Isee con dichiarazioni false o omissioni, quali possono essere le conseguenze per chi sottoscrive il documento
L’Isee (Indicatore della Situazione Economica Equivalente) è ormai ben conosciuto a famiglie e contribuenti, essendo diventato uno degli strumenti essenziali per ottenere e accedere a prestazioni e sevizi da parte di enti e istituzioni pubbliche e private. Serve per le agevolazioni fiscali, per i bonus, per trattamenti e misure assistenziali e sociali.
In genere ha una validità fino al 31 dicembre dell’anno cui si riferisce e tiene conto, nella versione ordinaria, dei patrimoni e dei redditi dei 2 anni precedenti la data di emissione del documento. Ne esiste anche una versione corrente, di durata temporanea minore rispetto all’ordinario, valido per 6 mesi e tiene conto solo dei due mesi precedenti dalla data di emissione. Questa versione può essere presentata nel caso sopraggiungano decisivi cambiamenti della condizione patrimoniale, reddituale o relativa allo stato di famiglia.
Nel caso di una indicazione sbagliata o parziale, con errori involontari da parte del contribuente, nell’Isee si incappa soltanto in una segnalzione da parte dell’Agenzia delle Entrate che richiede la correzione dell’inesattezza e l’aggiornamento della dichiarazione. Molto diverso è li caso nel quale da controlli incrociati da parte dell’Agenzia delle Entrate e di altri enti coinvolti emerga la volontarietà dell’omissione o addirittura risulti una dichiarazione falsa o contenente difformità.
Ci sono due controlli: quello formale, per controllare la corrispondenza delle autocertificazioni di chi richiede l’Isee con le dichiarazioni al fisco; quello sostanziale, diretto per analizzare le condizioni economiche effettive della famiglia di chi dichiara con l’Isee, a prescindere dalle dichiarazioni al fisco. Questa verifica viene effettuata dalla Guardia di Finanza e si ha solo dopo che la prestazione è stata erogata. In caso di falsità delle dichiarazioni fatte, scatta la denuncia per truffa con recusione dai 3 mesi ai 6 anni, con una sanzione da 51 euro a 1.032 euro.
C’è poi l’interruzione della prestazione erogata sulla base dell’Isee falso e la restituzione degli importi ricevuti nei 5 anni precedenti, conteggiati a partire dal 31 dicembre dell’anno in l’Isee è stato presentato. Dichiarare il falso per l’attestazione Isee è dunque un reato che configura un grave illecito nei confronti dello Stato e della Amministrazione Pubblica.