Andiamo a vedere quando si può avere la meglio, nell’occasione di impugnare un testamento. In cosa consiste?
In una famiglia ricca, con case di proprietà, auto, e magari tanti soldi, tutti i componenti, sperano un giorno di poter rientrare nel testo dell’eredità, per ottenere ciò che si desidera. Quante volte, si sono rotti legami familiari per questi motivi? L’obiettivo di essere iscritti nei testamenti, è importante.
Ma proprio perché durante un’intera vita, ci sono dei disguidi, il proprietario dei beni, può decidere di non lasciare a nessuno dei suoi familiari, impugnando così il testamento. Ma precisamente, cosa significa impugnare un testamento?
Impugnare un testamento, quando?
Iniziamo col dire che è fondamentale conoscere il tipo di testamento che è stato redatto e le modalità di disposizione previste dalla legge. In questo modo, è possibile impugnarlo, per cause lecite come l’invalidità.
Secondo l’articolo 587 del Codice Civile, “Il testamento è un atto revocabile con il quale taluno dispone, per il tempo in cui avrà cessato di vivere, di tutte le proprie sostanze o di parte di esse” .È quindi l’unica dichiarazione, per poter ottenere dei beni, dopo la morte.
Però bisogna sottolineare che un testamento può essere impugnato, attraverso un giudizio davanti al Tribunale competente, citando tutti gli altri eredi e legatari. L’impugnazione di un testamento non prevede alcun limite di tempo, essendo esso disponibile in qualsiasi momento della vita.
Impugnando un testamento, si può rendere nullo, e quindi improduttivo a tutti gli effetti. Ci sono tre precise azioni giudiziarie riguardo l’impugnazione del testamento:
- sentenza che pronuncia l’annullamento;
- dichiarazione di nullità;
- azione di riduzione
L’azione di annullabilità del testamento ha una durata che deve essere esercitata entro il termine di cinque anni dalla lettura del testo da parte del notaio verso i soggetti chiamati all’eredità. Non dimentichiamo che è anche possibile impugnare un testamento, per azioni quali violenza, dolo o errore.
Infatti la volontà ha un ruolo decisivo nella stesura di un testamento, in quanto darà i concreti i suoi risultati solo dopo la scomparsa del testatore.
E’ quindi ritenuto nullo il testamento che sia frutto di un vizio di volontà; tale vizio può nascere da azioni quali violenza, dolo o errore.
L’azione di impugnazione per violenza, dolo o errore può essere promossa da chiunque vi abbia interesse.