Attuata la nuova tornata di accrediti per il sostegno alle spese nei confronti di queste categorie di cittadini bisognosi e lavoratori. Di chi si tratta
Nel corso dello scorso anno si è assistito ad una vera e propria “fame” di risorse finanziarie aggiuntive, le quali sono state rilasciate in via straordinaria di fronte alla deflagrazione del crollo energetico e della crisi economica. I danni si sono prevedibilmente manifestati non senza conseguenze sul tessuto sociale, ed in particolare nelle zone già “consunte”, tra i cittadini delle fasce meno abbienti.
L’urgenza di soccorso verso le categorie più esposte e economicamente deboli ha interrogato gli ultimi governi sul rafforzamento e, al contempo, alla razionalizzazione di alcune essenziali misure di sostegno, ribadendone dunque l’importante ruolo di affiancamento alle dure condizioni di determinati lavoratori e pensionati, oltre alle loro famiglie.
Sin dalla emergenza sanitaria imposta con l’escalation dei contagi da Coronavirus, sono stati elaborati pacchetti di contributi economici “una tantum” per tamponare le spese più perniciose. Misure analoghe sono state replicate dopo il 24 febbraio 2022, giorno dello scoppio delle ostilità in Ucraina, impulso delle crisi sul piano finanziario nel vecchio continente, aggravato dal peggioramento dell’inflazione.
Proprio l’inflazione ha subito il passaggio di status da misuratore della crescita del PIL nazionale dopo la ripresa delle attività produttive, interrotte in larga misura dallo stop causato dal Covid-19, per poi divenire l’attuale fattore di erosione dei bilanci domestici, a cominciare dall’accentuato rialzo del costo della vita, specialmente sui prezzi dei beni di consumo e le bollette. Gli ultimi governi hanno dunque erogato contributi in un’unica soluzione prima di 200 euro e poi pari a 150 euro.
La prima tornata ha coinvolto i redditi fino a 35mila euro tra i lavoratori dipendenti, autonomi, percettori di sussidi e ovviamente, tra i pensionati INPS. Il bonus 150 euro invece ha ristretto la platea tra quelli in possesso di un reddito non superiore a 20mila euro. Non tutte le categorie hanno ricevuto nello stesso frangente temporale l’assegno, ma la distribuzione è stata regolata dalla disponibilità di credito delle casse statali. Ancora oggi, a marzo inoltrato, il bonus 150 euro verrà finalmente erogato nei confronti delle migliaia di percettori: NASpI, Disoccupazione Agricola, Stagionali; e ancora autonomi e lavoratori che non lo hanno tutt’ora ricevuto pur avendo inoltrato la domanda. Si stima che l’INPS sia ora in grado di pagare l’altro 50 per cento degli aventi diritto.