Una volta comunicata all’inquilino la procedura di sfratto esecutivo, subentra l’intimazione a liberare l’immobile. Cosa succede in caso di trasgressione
Come si è visto dalla crisi della crisi economica iniziata alla fine del febbraio 2022, non soltanto l’energia ha costituito un fattore negativo nella vita di molti cittadini. A contribuire pesantemente al declino del potere di acquisto ci ha pensato l’inflazione, già presente nel quadro nazionale prima delle note vicende belliche, ma nell’ottica di misuratore della crescita del PIL nazionale, dopo lo stop produttivo indotto dall’emergenza sanitaria da Covid-19.
La componente inflazionistica è divenuta invece il fattore che pesa sugli scambi e il costo del denaro. Dunque, non poteva non avere un disastroso riflesso sui tassi di interessi, rialzati dalla Banca Centrale Europea, proprio a barriera dell’inarrestabile incremento percentuale dell’inflazione. Ciò ha aperto altresì un fronte di crollo dei mutui concessi, data l’insostenibilità delle rate previste secondo gli indici ritoccati.
Avviso sfratto, cosa se l’inquilino non lascia spontaneamente l’immobile
La parabola discendente dei mutui per l’acquisto della casa ha comportato diffusamente l’inversione della scelta di diventare proprietari a scegliere di essere affittuari, firmando un contratto di locazione. Come molti sanno, a pesare pesantemente sulle entrate domestiche potrebbe esservi la stessa rata mensile del canone d’affitto, tale da scavare una voragine di debito nei confronti del proprietario.
Il debito costituisce soltanto uno dei mille motivi (giustificati) dietro i quali si palesa successivamente la decisione della proprietà di inviare un avviso di sfratto all’inquilino. Una volta che il giudice ha convalidato lo sfratto, scatta la procedura di sfratto esecutivo. Appunto, dopo la fase giudiziaria, l’inquilino deve provvedere al rilascio spontaneo dell’appartamento (fase esecutiva) entro e non oltre 10 giorni dalla notifica della convalida.
A questo punto l’inquilino potrebbe non lasciare l’alloggio entro il termine previsto. L’ufficiale giudiziario, allora, procede alla convalida di un nuovo avviso: l’avviso di sloggio, seguito dal preavviso di rilascio. Al suo interno, viene specificata la data del primo accesso dell’ufficiale giudiziario presso l’immobile da liberare (ma non è ancora il giorno dello sfratto). Si fissa dunque una nuova data, quello dello sfratto forzato. In quel giorno, esso avverrà alla presenza del proprietario dell’immobile (o di un delegato). L’insistenza dello sfrattando a restare in casa fa sì che l’ufficiale possa richiedere l’ausilio della forza pubblica.