Queste persone possono ancora lavorare in smart-working

Il decreto Milleproroghe ha concesso ad alcune categorie di lavoratori di continuare a lavorare in smart working

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proroga smart working 2023 (Foto Adobe-pensioni.it)

La pandemia da Covid -19, negli anni a cavallo tra il 2020 ed il 2022 ha segnato profondamente l’intera umanità. Nessuno dimenticherà mai quei mesi buoi in cui eravamo costretti a stare chiusi in casa per paura di quel virus che ha ucciso migliaia di persone solo nel nostro Paese.

Poi la realizzazione del vaccino ha migliorato le cose e quel virus che tanto ci ha spaventato è diventato solo un triste ricordo. Nonostante questo numerose delle misure di prevenzione che ci hanno accompagnato durante quei due anni buoi continuano ad essere presenti nella nostra vita. Se non è raro incontrare persone che indossano le mascherine è ancora meno raro trovare persone lavorare in smart working.

Prorogato il diritto allo smart working: ecco per chi

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proroga smart working 2023 (Foto Adobe-pensioni.it)

Lo smart working, o per dirla in italiano il lavoro agile, è stato introdotto durante la pandemia da Covid-19 per far lavorare le persone direttamente da casa, qualora il loro impiego lo consentiva. Ebbene, il decreto Milleproroghe, poi convertito in legge, prevede la re-introduzione del lavoro agile per i fragili e i genitori con figli under 14 e lo proroga senza accordo aziendale fino a fine giugno.

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Per quanto riguarda il settore privato, lo smart working riguarderà sia i lavoratori fragili che quelli con figli under 14, mentre nel pubblico solo i fragili. Ripreso poi il diritto allo smart working anche per i genitori di figli under 14 che avevano perso questa possibilità lo scorso 31 dicembre 2022. In questo caso, per poter usufruire del lavoro agile non ci deve essere nel nucleo familiare un altro genitore che non lavora o gode di strumenti di sostegno al reddito.

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Prorogata anche la possibilità di lavorare in smart working anche per coloro il cui medico di base ha attestato il maggior rischio di contagio da Covid. In questo caso è però necessario che l’attività in questione sia compatibile con la prestazione da casa. Per quanto riguarda infine i disabili gravi, i genitori di figli fino a 12 anni e di figli disabili gravi senza limite di età, le nuove regole prevedono la priorità di accesso alla misura.

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