La cessazione del Reddito di Cittadinanza farà posto ad un nuovo contributo riservato a questa categoria di interessati. Ecco chi sono
Sin dai primi giorni dell’anno in corso, molte novità si sono immediatamente contraddistinte all’attenzione del contribuente di varia tipologia, a fronte dell’applicazione di quanto scritto nella legge di bilancio 2023. I primi a toccare con mano le prime decisioni prese in materia economica dal governo Meloni, sono stati indubbiamente i pensionati, i quali godono dei benefici dell’adeguamento ISTAT anticipato sugli importi del trattamento pensionistico INPS.
Anche le famiglie, le unità più colpite dalla crisi globale dell’energia e dell’economia, possono essere soddisfatte dal traguardo relativo al rinnovo dell’Assegno Unico e universale, destinato a ciascun figlio a carico di almeno un genitore impegnato in attività di lavoro dipendente, ma anche pensionato, inoccupato e percettore di sussidi. Proprio in questo mese sta per prendere avvio la seconda tornata annuale di erogazioni, mentre gradualmente si esaurirà la prima, integrata di ulteriori arretrati e maggiorazioni.
Reddito cittadinanza scaduto, altro bonus in arrivo ma meno generoso
Oltre all’Assegno Unico, i nuclei familiari possono ulteriormente contare su un pacchetto di contributi esteso a bonus per sostenere le spese dell’asilo nido, e bonus sulle nascite per le mamme senza lavoro. I contesti più disagiati però entrare a far parte dei percettori di Reddito di Cittadinanza, l’aiuto economico erogato dall’INPS per contrastare l’impoverimento ed incentivare il reinserimento professionale e sociale. Ancora per un anno, fino al 31 dicembre 2023, quando la misura cesserà definitivamente.
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Inoltre, il Reddito è stato riproposto in una veste del tutto nuova; o meglio, una veste più corta, visto che l’attuale esecutivo ha apportato su di esso una serie di modifiche che ha portato alla sistematica rivisitazione; su tutti, il cambiamento più impattante riguarda la riduzione delle mensilità erogate, passate da diciotto rinnovabili a sole sette rate mensili. Le offerte di lavoro proposte dal Centro dell’Impiego si riducono da tre ad una sola, il cui rifiuto da parte del lavoratore comporta l’interruzione anticipata del contributo.
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Soltanto se il lavoratore ha, all’interno della famiglia, un minorenne o un disabile, oppure un over 60, i pagamenti del sussidio si protraggono fino alla fine dell’anno. Per i single non più in grado di lavorare la rata è pari a 500 euro mensili. L’assegno è sceso a 375 euro, nonostante un ISEE annuo non superiore a 7.200 euro. Quest’ultimo prende il nome di MIA, ed è il contributo che soppianterà il RdC. Si percepisce una volta che sono trascorse le sette mensilità e avrà una decorrenza di dodici mesi per il primo anno, di sei mesi per il secondo. Soltanto dopo una pausa di un anno e mezzo è possibile presentare una terza domanda di rinnovo.