Apri un’impresa di pulizia | Serve questo ‘piccolo’ capitale

Come attivare un’impresa nel settore delle pulizie, quale capitale inizale è necessario avere a disposizione

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Ditta pulizia (Foto Adobe – pensioniora.it)

Un settore che non conosce crisi relativamente alla sua utilità e necessità è quello delle pulizie. Si tratta di un’attività importante per aziende o condomini alle prese con spazi comuni da igienizzare e liberare dallo sporco. In questo senso un’impresa di pulizie rappresenta un buon investimento, in quanto le richieste sul mercato sono sempre presenti per quest’attività.

Ci sono naturalmente degli obblighi e delle procedure di legge da seguire prima dell’avvio del lavoro, come si deve preventivare un capitale iniziale su cui contare per le spese di materiali, personale, locali eccetera. Quindi i requisiti sono diversi, devono essere presenti per ottenere dei buoni risultati e operare consuccesso sul mercato.

Il capitale iniziale necessario per un’impresa di pulizie

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Ditta pulizia (Foto Adobe – pensioniora.it)

Si può dire che le pulizie, delle quali le ditte se ne occupano professionalmente, possono essere ordinarie, comprendenti (attività di pulizia con cadenza fissa, per conservare l’igiene in locali o spazi aperti, in genere sono attività ripetitive) o straordinarie (con attrezzature speciali per trattamenti specifici, non ordinari, e interventi saltuari che hanno il fine di igienizzazione e disinfettazione più intense).

I requisiti per l’apertura di una ditta specializzata per pulizie di disinfestazione, sanificazione e simili devono anche tecnici e organizzativi proprio per il caratterere più specifico degli interventi. Si tratta quindi di attestati di qualifica professionale attinente l’attività o di esperienza almeno triennale nel settore, oltre ai titoli di studio. Anche il personale deve possedere una preparazione specifica.

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Un’impresa che si occupa esclusivamente di pulizie ordinarie invece deve possedere requisiti più generali, comuni anche a una ditta specializzata, di ordine morale e capacità economico-finanziaria (dall’assenza di protesti cambiari negli ultimi 5 anni alla mancanza di misure di prevenzione antimafia). I passaggi burocratici sono l’apertura della partita iva, l’iscizione all’albo degli artigiani, l’apertura di posizioni all’Inps Gestione Artigiani e all’Inail.

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Si deve poi comunicare la Segnalazione certificata di inizio attività (Scia), al Comune e iscrivere la ditta al Registro delle Imprese alla Camera di Commercio. I costi di apertura variano: per una ditta in franchising si va dai 5mila ai 20mila euro, mentre per l’avvio di una ditta la spesa si aggira tra i 20mila e i 30mila euro.

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