Prima dell’abrogazione al termine di quest’anno, saranno anticipate importanti misure di restrizione applicate all’accesso. Di cosa si tratta
Negli ultimi tre anni, si è assistito ad una fame di contributi emergenziali forniti dallo Stato tramite il servizio dell’INPS. Prima ancora dell’attuale crisi globale dell’energia e dell’economia, non bisogna dimenticare l’escalation sanitaria causata dal Coronavirus, tale da costringere alla chiusura della maggior parte delle attività produttive alla chiusura, nel tentativo estremo di arginare i contagi.
Pertanto, non solo gli anziani, ma anche numerosissimi lavoratori hanno dovuto fare la fila (telematica) per richiedere all’INPS i ristori messi in campo dall’allora Governo Conte; mentre un’altra fetta di soggetti è stata indirizzata alla cassa integrazione. L’emergenza nel tessuto sociale si è replicata anche con la crisi ucraina, dove il rincaro delle bollette e l’improvviso decollo delle dinamiche inflazionistiche hanno portato ad altrettante chiusure di piccole aziende.
Stretta reddito di cittadinanza, come sta cambiando
Poco prima della crisi causata dal Covid-19, lo Stato italiano ha tagliato un traguardo storico nell’ambito della previdenza. Rimasta una delle poche nazioni del contesto occidentale a non esserne in possesso, l’Italia ha varato nei primissimi mesi del 2019 lo strumento del Reddito di Cittadinanza. Il supporto economico offerto dal sussidio è rivolto in particolare a quelle situazioni pressoché endemiche.
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Il riferimento è a quella povertà pregressa che ha colpito ampie fasce di reddito e di popolazione svantaggiate. Il Reddito punta al contrasto di tale status di svantaggio offrendo nuove opportunità professionali. Fondamentale è la sottoscrizione che il lavoratore appone all’accordo con i Centri dell’Impiego per raggiungere il reinserimento lavorativo e sociale. Oggigiorno, la legge di bilancio 2023 ha posto limiti estremamente radicali al RdC, i quali anticipano la sua completa abrogazione.
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Prima del termine fissato al 31 dicembre 2023, innanzitutto si percepisce un RdC pari a sette mensilità e non più a diciotto mesi rinnovabili; e le opzioni di lavoro offerte dai Centri per l’Impiego si traducono in un’unica offerta, e non più tre. Soltanto se nel nucleo familiare è presente un disabile, un figlio minorenne o un over 60, le erogazioni vengono estese fino alla fine del 2023. Anche i single percepiscono un RdC, pari a 500 euro mensili, ma se non sono più in grado di lavorare. Ad ogni modo, per ottenere il Reddito, l’ISEE non deve superare i 7.200 euro all’anno. Per coloro che hanno la capacità di lavorare, arriva invece MIA, un sussidio economico che raggiungere 375 euro al mese per dodici mensilità.