Affittare una casa a terze persone può essere un modo per avere delle entrate extra. Si devono tenere presente delle regole
Chi ha una casa di proprietà, ricevuta in eredità o in altro modo, e non si ha intenzione di farne residenza primaria, si può scegliere di affittare l’immobile. Si deve tenere presente che le spese per la casa, soprattutto se non è la prima, sono molte. A parte le utenze, se sono allacciate, che hanno una spesa anche senza consumi, ci sono i regimi fiscali, tra cui il più importante è senza dubbio l’IMU, la tassa sugli immobili, che è esente per le prime case non di lusso, ma non per le seconde case, anche se vuote.
L’affitto, o meglio sire la locazione, può essere una buona soluzione. Si possono scegliere differenti forme di affitti. Le quali corrispondono a diversi oneri. La prima variabile riguarda il tempo. Si possono scegliere locazioni a breve tempo, come un mese, o anche gli affitti turistici di qualche settimana, o gli affitti a lungo termine.
E poi ci sono le diverse tipologie di contratto a lungo termine. La quattro più quattro e la tre più due sono le formule più comuni. Per quanto riguarda altre variabili per affittare casa, al momento della stipula del contratto si può decidere per il libero mercato o per la cedolare secca. Quest’ultima consente degli sconti sull’imposta di registro e sulle aliquote. Allo stesso tempo però non si può richiedere annualmente l’aumento ISTAT.
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Allo stesso tempo si può scegliere tra il canone concordato ed il libero mercato. Con il canone concordato si stabilisce una quota mensile di locazione ai prezzi di mercato, non di più. E si risparmia sulle tasse.
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Al momento della stipula del contratto il locatore, ovvero chi decide di affittare casa, deve presentare i seguenti documenti: