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Pensioni

In pensione a 67 anni | Ora basta questo nel 2023

Ecco quanti anni bisogna aver lavorato e quanti versamenti effettuati occorrono per ottenere da quest’anno la pensione di vecchiaia. I dettagli

Pensione INPS (Foto Adobe – pensioniora.it)

Quello delle pensioni è un nodo spinosissimo, in tempi di crisi e no. Forse perché la popolazione italiana è sostanzialmente, per una buona parte, formata da percettori a carico dell’INPS e dunque, a margine della discussione annuale di una legge di bilancio, emerge continuamente il rischio che le casse previdenziali non siano in grado di coprire tutti gli aventi diritto per le scarse entrate del numero ridotto di lavoratori del mondo dipendente.

Proprio su quest’ultima problematica, si concentrano le ricorrenti misure per accedere al trattamento pensionistico che non possono ignorare le frequenti dinamiche in trasformazione del flusso di lavoratori che abbracciano od escono dalle loro mansioni secondo un andamento mai regolare e prestabilito. Nonostante i piani di pensione anticipata, un lavoratore in attivo garantisce all’INPS l’entrata dei contributi a carico del datore di lavoro, mediante lo svolgimento delle sue mansioni.

In pensione a 67 anni, i requisiti minimi 2023

Pensione INPS (Foto Adobe – pensioniora.it)

Il governo Meloni, più che all’inizio del 2023, piuttosto al termine della legislazione dell’esecutivo Draghi, ha dovuto prendere mano al dossier sul sistema pensionistico anticipato in scadenza, l’allora Quota 102, conclusasi al 31 dicembre 2022. Il rischio del completo ripristino dei requisiti pensionistici della Riforma Fornero, ha costretto a correre ai ripari con la definizione di un nuovo piano provvisorio di uscita.

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Oggi, è così in essere la cosiddetta Quota 103, ovverosia l’unione di 41 anni di contributi versati e il raggiungimento di 62 anni anagrafici. Essa precede la radicale trasformazione che si avrà dal 2024, quando permarrà il solo requisito dei 41 anni di contribuzione versata. L’uscita anticipata, però, viene traghettata dall’assegno dell’Ape sociale fino al raggiungimento degli anni di età inglobati nell’ottenimento della pensione di vecchiaia. 

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Come è noto, questo tempo che separa dalla pensione canonica è supportato da assegni mensili ridotti – un po’ a scoraggiare la pratica della fuoriuscita antipata dal mondo del lavoro. Per la pensione di vecchiaia, occorre aver lavorato almeno per vent’anni, versando i contributi, e una volta raggiunta un’età di 67 anni. Nella realtà del lavoro dipendente, è importante raggiungere la cessazione del rapporto di lavoro; mentre per i lavoratori autonomi, l’attività. può proseguire anche dopo l’ottenimento della pensione. I lavoratori portatori di disabilità minima all’80 per cento avranno l’accesso anticipato: 60 anni per gli uomini, 55 anni per le donne, oltre ad una finestra mobile di 12 mesi.

Pubblicato da
Roberto Alciati