I lavoratori che riceveranno 150 euro in più nel mese di marzo ne hanno già ricevuti 200 a gennaio. Chi avrà aumento in busta paga
I 150 euro attesi non sono quelli del bonus antinflazione che in molti attendono ancora. Certo, il costo della vita in ascesa è responsabile degli aumenti in busta paga, tuttavia tutte le misure che sono state prese finora, compresa questa, sono ‘una tantum‘, ovvero erogate una volta solamente. In questo modo si può fare un sorriso in più un mese quando si vede l’accredito dello stipendio, ma dato l’altissimo tasso di inflazione presente non risollevano certo le sorti di intere famiglie.
Sono più che altro un aiuto simbolico. E mentre le pensioni hanno subito la giusta perequazione, dunque gli aumenti sugli importi in base alle fasce di reddito ed in base al tasso di inflazione, gli stipendi per ora non hanno subito la stessa sorte. E questo a svantaggio non solo delle famiglie, ma anche dell’economia dei consumi, ha portato buona parte degli italiani a spendere tutto lo stipendio in beni di prima necessità, senza riuscire a mettere nulla da parte.
Busta paga marzo, chi riceverà i 150 euro in più
Si tratta della busta paga dei lavoratori del Commercio, Terziario, Servizi. L’accordo sindacale siglato il 12 dicembre 2022 da Confcommercio e i sindacati di categoria, Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs-Uil, ha portato ad ottenere questo aumento sullo stipendio, ma solo nel mese di marzo, come si dice una tantum. La prima tranche è stata ricevuta nel mese di gennaio 2023. 200 euro una tantum. E queste misure a quanto pare riguardano una platea che va oltre il milione di dipendenti. Anche Confesercenti, Federdistribuzione e i rappresentanti delle Distribuzione Cooperativa hanno siglato lo stesso accordo.
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Questi numeri si riferiscono al quarto livello di inquadramento contrattuale. In realtà la maggiorazione sulla busta paga non è uguale per tutti. I ‘quadri‘, ad esempio a marzo riceveranno 260,42 euro in più, e non 150. Mentre il settimo livello contrattuale dovrà accontentarsi di 104,17 euro. Quasto perché l’aumento è proporzionale allo stipendio, che ovviamente differisce per le diverse fasce contrattuali. Si può controllare quanto si è ricevuto di aumento nella parte centrale della busta paga.