Ecco cosa indica l’ordinamento giuridico rispetto alla decisione di un erede legittimo ad accettare solo una parte dei beni trasmessi. I particolari
All’interno del contesto familiare, sì, prima di una seppur grave crisi economica, è l’evento di un lutto che colpisce uno dei componenti ad introdurre tratti particolarmente traumatici. I membri superstiti del nucleo sono coinvolti nella ridefinizione degli equilibri familiari, in senso affettivo ed economico. Certo, sulla base di determinate circostanze, non è facile ripristinare (supposto che si parli di ripristino) le precedenti condizioni nell’ambito del secondo orizzonte.
La complicazione, in particolare, sorge se a passare a miglior vita è il componente che ha preso a carico gli altri familiari, in quanto unico detentore di un reddito. Per i superstiti economicamente non autosufficienti, potrebbe aprirsi un periodo di assestamento tutt’altro che facile. Anche le condizioni economiche del de cuius hanno un peso nel futuro di sussistenza dei superstiti.
Le norme della previdenza sociale prevedono per i familiari superstiti di un soggetto deceduto, titolare di un trattamento pensionistico INPS una quota dello stesso nei confronti dell’altro coniuge e degli eventuali figli, secondo percentuali prestabilite; in assenza di essi, sono alternativamente coinvolti fratelli e sorelle, oltre ai genitori se sono ancora in vita, purché rigorosamente a loro carico. Tale strumento prende appunto il nome di pensione di reversibilità.
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Altrimenti, se non si tratta di un pensionato, l’augurio è che i familiari possano trarre beneficio dalla trasmissione di beni, mobili e immobili, di cui lo scomparso è titolare, tramite l’apertura di un testamento (ma non necessariamente): un conto corrente, un deposito di risparmi, un portfolio di investimento, nonché l’intestazione dell’abitazione principale o di altri immobili con eventuali rendite.
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È noto come i legittimi eredi non siano costretti ad accettare la successione, specialmente se il decesso ha messo in moto anche la trasmissione di debiti. D’altro canto, si può pensare di accettare solo una parte dell’eredità. Secondo la norma, l’erede non ha scelta: o l’accetta o la rifiuta nel suo insieme. A meno che non si ricorra, tramite atto notarile, alla “terzia via”: l’accettazione con beneficio d’inventario. Essa limita l’accettazione dei beni al solo patrimonio, svincolando l’erede da eventuali debiti preesistenti da regolare di tasca propria.