Il tentativo di aggiornare i bonus edilizi potrebbe portare ad una radicale rivisitazione dell’accesso e dei benefici degli incentivi. Ecco in che modo
Conclusosi il picco peggiore della emergenza sanitaria da Covid-19, gli italiani hanno preso maggiore consapevolezza sul tema dei cambiamenti climatici. In che misura il clima è entrato tra le dinamiche del contagio? Indirettamente, sì; d’altronde, sono stati sotto gli occhi di tutti le condizioni di netto miglioramento dell’ambiente, in particolare quello cittadino, libero per più di un anno dagli estremi in eccesso dell’inquinamento da smog e da molte altre forme di contaminazione legate alle attività produttive.
Tutti hanno potuto apprezzare una ritrovata primavera, l’odore degli alberi in fiore, il cinguettio di uccelli in basso volo. Terminata l’emergenza e messa da parte per far posto alla fretta di riattivare l’economia nazionale e il PIL, l’allora governo Conte ha basato la ripartenza sul settore trainante dell’edilizia, purché in chiave di sostenibilità ambientale. La lezione è stata – per quanto possibile – recepita.
Superbonus, le novità suggerite dagli emendamenti
Con il Superbonus 110%, il governo ha messo a disposizione dei cittadini detrazioni in dichiarazione dei redditi, sconti in fattura e cessioni del credito agli istituti di credito, per i loro interventi di adeguamento delle abitazioni e degli spazi in comune presso gli stabili condominiali. Sono stati inclusi lavori per il rifacimento delle facciate, quanto l’abbattimento delle barriere architettoniche, ma il fulcro degli obiettivi del bonus ha riguardato l’aggiornamento dei dispositivi che contribuiscono all’efficienza energetica, dai serramenti agli impianti delle caldaie e dei termosifoni.
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Il successo è stato talmente evidente che in meno di un anno il Superbonus ha registrato una “emergenza fondi”, consegnata alle deleghe del governo Draghi e ora al governo Meloni. Lo stallo del rifinanziamento si è tradotto in primo luogo con il blocco delle cessioni del credito dato che le banche non avrebbero ricevuto – almeno in tempi congrui – il rimborso delle somme prese in consegna.
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Il bonus edilizio principale è sotto la lente di un aggiornamento strutturale alla Camera, e gli emendamenti presentati non sono pochi. Ad ogni modo, dovrebbero essere garantite con ragionevole certezza le coperture per i detentori dei crediti per l’anno 2022 entro il 31 marzo 2023; allo stesso modo, i fondi verranno assicurati a coloro che hanno richiesto interventi relativi al sismabonus, inclusi quelli che si svolgeranno nelle aree sottoposte al terremoto del 2016. Nuovi fondi anche per case popolari e onlus, oltre che per l’edilizia libera.