Il reddito di cittadinanza implica nuovi obblighi per i percettori, che a breve saranno chiamati dai centri per l’impiego
Il nuovo reddito di cittadinanza probabilmente segue una formula transitoria, che si limiterà al 2023. Dal 2024, da quanto preannunciato dal Governo, l’Rdc non sparirà del tutto, cambierà nome, e probabilmente anche sostanza. Anche se il contenuto è già cambiato. A chi, per ragioni di ISEE e disoccupazione, è stata attribuita l’etichetta di occupabile, ovvero tutti i cittadini abili al lavoro tra i 18 ed i 59 anni, la misura è stata accorciata a 7 mesi per il 2023, senza alcuna possibilità di rinnovo. Sono salve dalla restrizione le famiglie con figli minori, disabili, o anziani nel nucleo familiare.
Queste famiglie riceveranno il reddito di cittadinanza per tutto il 2023. Poi si vedrà. Nel frattempo gli occupabili devono stare molto attenti a seguire le regole, pena la decadenza del beneficio. Ad esempio, dal nuovo regolamento è stata rimossa la parola congrua per descrivere l’offerta di lavoro che il percettore Rdc è obbligato ad accettare. In questo modo, qualunque offerta di lavoro, entro un determinato raggio di Km dal proprio domicilio deve essere accolta, altrimenti si perde l’assegno mensile, e si rimane senza lavoro e senza reddito.
Reddito di cittadinanza, la convocazione da parte del centro per l’impiego
Uno degli oneri dei beneficiari del reddito di cittadinanza è la sottoscrizione del patto per l’impiego, che implica immediata disponibilità al lavoro e frequentazione di corsi di formazione professionale o di aggiornamento. Entro 30 giorni dall’accoglimento della domanda per il reddito di cittadinanza, si viene convocati dal centro per l’impiego per sottoscrivere l’immediata disponibilità al lavoro.
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Chi non si presenta senza giustificato motivo vedrà decadere il beneficio delreddito di cittadinanza. Difatti il regolamento prevede che si può perdere l’Rdc se:
- non si effettua la dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro;
- non si sottoscrive il Patto per il lavoro o il Patto per l’inclusione sociale;
- non si partecipa, in assenza di giustificato motivo, alle iniziative di carattere formativo o di riqualificazione o ad altra iniziativa di politica attiva o di attivazione;
- non si aderisce ai progetti utili alla collettività, nel caso in cui il comune di residenza li abbia istituiti.