La tutela dei consumatori si estende agli acquisti online, per i quali una Direttiva europea specifica impone regole ed infrazioni
Da quando il commercio online ha preso piede anche in Italia, fenomeno che ha terminato di compiersi con la pandemia, il giro d’affari dei negozi fisici è diventato sempre più esile. E questo perché gli acquisti online consentono di fare shopping direttamente da casa propria, con il proprio pc, senza doversi stressare con trasporti e folla. Ed inoltre nella maggior parte dei casi c’è la possibilità di resa nel caso in cui il bene acquistato non corrisponda a quello mostrato.
La resa è uno dei punti fondamentali del commercio online, e per questo esplicitata anche nella nuova Direttiva europea che da poco tempo anche l’Italia ha recepito, uscendo dallo stato di infrazione. Il codice del consumo, tuttavia, non implica sono maggiori limitazioni nel commercio online, ma anche in quello fisico. Limitazioni che dovrebbero essere finalizzate ad una maggior trasparenza nei rapporti tra acquirente e venditore.
Per quanto riguarda gli acquisti online, la prima questione che viene posta al centro del rapporto tra venditore ed acquirente è la trasparenza. Difatti la direttiva europea obbliga i siti di compravendita ad esplicitare se l’indicizzazione – ovvero l’ordine di apparizione – degli annunci in seguito ad una ricerca utente sono frutto di una maggior vicinanza con la richiesta o di pagamento da parte degli inserzionisti. In questo caso deve essere segnalato che l’annuncio è sponsorizzato.
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Inoltre, sempre in tema trasparenza, per quanto riguarda i saldi, i commercianti saranno obbligati a mostrare non solo il prezzo scontato, ma anche quello di partenza, di modo da rendere più visibile la convenienza o meno dell’acquisto. Altro punto a favore dei consumatori è il diritto di recesso esteso a 30 giorni.
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Riguardo questa direttiva, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha commentato: “L’attuazione di questa direttiva europea garantisce una maggiore tutela per i consumatori e una omogeneità sanzionatoria all’Interno della Unione europea. Inoltre grazie al suo recepimento abbiamo potuto chiudere una procedura di infrazione“.