Lo sapevi che ci sono dei casi in cui, anche se ti dimetti, puoi percepire la Naspi: scopriamo insieme quando.
Parliamo oggi di uno degli argomenti senz’altro più in voga, scottanti e delicati al momento nel nostro Paese: ovvero quello della Naspi e di quando è possibile percepire questa somma economica, solitamente dedicata a coloro che sono disoccupati, anche in caso di dimissioni volontarie. Per sapere di cosa stiamo parlando, non dovete fare altro che continuare a leggere insieme a noi di PensioniOra.
Ebbene sì, avete capito proprio bene: nonostante quello che pensavamo e che abbiamo sempre detto, c’è in realtà un cavillo che potrebbe venirvi incontro e aiutarvi. Si tratta, infatti, della possibilità di percepire la Naspi (ovvero il sussidio economico rivolto a coloro che sono inaspettatamente o meno rimasti senza lavoro) anche qualora ci siano state delle dimissioni proprio da parte nostra. Per sapere come fare, non dovete che continuare a leggere con noi.
Dimissioni, ecco quando ricevere la Naspi
Quando parliamo di Naspi, nello specifico, facciamo riferimento a un aiuto economico che percepiamo ogni mese e che in particolare viene inviato a tutte quelle persone che hanno perso il proprio lavoro, in modo tale da dare loro un sostegno al reddito. Ci sono, tuttavia, due situazioni particolari in cui è possibile ottenere questo aiuto economico anche in casi in cui non ci troviamo in una condizione di licenziamo ma di dimissioni. Per scoprire quali sono continuate a leggere insieme a noi di PensioniOra.
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Nel caso in cui il soggetto interessato sia una donna, è possibile richiedere la Naspi anche durante il periodo di tutela di maternità: corrispondente, ovvero, a trecento prima del parto fino al compito dell’anno di vita del bambino. Per finire, l’ultima situazione è quella in cui il patrona consiglia al soggetto in questione di presentare le dimissioni: allora sarebbe opportuno farsi spiegare le motivazioni per avere, così, diritto a percepire le proprie somme di aiuto economico mensili.