Le casalinghe possono accedere a delle misure previdenziali autonome, per cui il loro ruolo diventa sempre più legittimato
La casalinga – o il casalingo – che a domanda dice che non lavora fondamentalmente mente. Perché la gestione della casa e della prole è un lavoro a tempo pieno, senza ferie, domeniche e festivi pagati, e senza possibilità di autonomia economica. Fortunatamente oggi si sta facendo qualcosina in più per riconoscere alle casalighe un ruolo nella società che non sia marginale. Anche perché molte donne scelgono di occuparsi di casa e figli per piacere, non solo per dovere, e qualcosa, specie in un periodo storico in cui si parla di emergenza delle natalità, devono ricevere in cambio. Come minimo per legittimare il loro ruolo all’interno della società. Cosa che finora non è stato.
Dunque si può parlare a tutti gli effetti di diritti delle casalinghe. Che ora l’ente previdenziale INPS riconosce attraverso possibilità pensionistica e bonus. Il bonus casalinghe è un contributo per le casalinghe senza lavoro per frequentare gratuitamente dei corsi di formazione professionale, nell’intenzione di uscire almeno in parte dall’ambito domestico per occuparsi anche di altro ed avere una remunerazione autonoma. Gli strumenti che vengono conferiti all’interno dei corsi riguardano principalmente:
le casalinghe possono anche produrre nel tempo un montante per vedere assicurata la pensione. Il Fondo INPS specifico richiede:
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In questo modo le casalinghe possono iniziare a mettere da parte dei contributi per la loro pensione futura, che non dipende solo dal coniuge. A concludere, hanno la possibilità di ottenere un assegno mensile, come prestazione assistenziale di 468,10 euro. I requisiti sono: