L’istruzione non scritta per beneficiare di una stufa efficiente sta nella buona manutenzione dell’apparecchio. Quali cattive abitudini occorre rimuovere
Circa un anno fa sorgeva un orizzonte di crisi che almeno su un piano della popolazione d’Europa nessuno avrebbe potuto od osava immaginare. L’appuntamento non previsto con il conflitto russo-ucraino non soltanto ha fatto emergere gli endemici problemi nell’ambito della annosa dipendenza energetica del vecchio continente, ma ha aperto l’ennesima ferita di una recessione economica.
È bastato un rincaro sulle bollette delle utenze domestiche in termini radicalmente insostenibili e senza precedenti (nei decenni di pace europea) per minare il fragile equilibrio di numerosi bilanci familiari a carico di lavoratori e pensionati che raggiungono appena il livello minimo di sussistenza. In termini più concreti, oltre al tema di una pace indispensabile e non rinviabile, il risparmio energetico ha assunto le vesti di un’istanza mai così prioritaria.
Stufa a pellet, non sottovalutare la qualità della pulizia
Nelle prime fasi della escalation non è passata inosservata la timida risposta delle istituzioni europee, schiacciate tra le urgenze diplomatiche e la messa in discussione della disponibilità energetica, in particolare del gas. Nello specifico, in Italia i cittadini, con animo più pragmatico, hanno sfruttato i bonus fiscali per puntare almeno in misura parziale sulle alternative al classico e vecchio riscaldamento a metano.
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Qualche detrazione nella dichiarazione dei redditi e sconti in fattura hanno aperto le porte all’installazione di pannelli solari in terrazza o al balcone; qualcun altro ha invece optato per l’acquisto di stufe a legna o a pellet, rigorosamente ad alta efficienza. L’aumento di questa corsa a stufe il cui uso è più che altro circostanziato a limitati contesti, ha portato ad una rivalutazione dei prezzi su legna e pellet.
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Guai a risparmiare troppo sul pellet; un prezzo troppo basso è segno di una cattiva qualità della materia, lavorata con trattamenti chimici nocivi e che impediscono il corretto smaltimento della cenere prodotta. Per rendere davvero efficiente una stufa a pellet, bisogna considerare con estrema serietà il fattore della pulizia, che agevola in modo sostenibile la combustione una volta eliminata qualsiasi ostruzione interna. La manutenzione investe anche la canna fumaria della stufa, la quale, se difettosa, può causare l’accumulo di monossido di carbonio in casa. La cenere accumulata non va subito gettata via: può essere utilizzata per pulire, insieme ad un po’ di acqua e con della carta assorbente, il vetro interno della stufa annerito. Basta un panno asciutto o inumidito per pulire ordinariamente il cassetto della cenere, ma soltanto dopo aver svuotato il braciere tramite il bidone aspiracenere. Infine, la pulizia (mensile) dello scambiatore di calore e del condotto della cenere e del fumo (una/due volte l’anno) dev’essere effettuata per legge da un tecnico specializzato.