La presenza di un figlio a carico ma in possesso di un’occupazione non è un dettaglio insignificante per il fisco. Ecco per quale motivo
Il comportamento di un contribuente con una famiglia a carico risulta, in questo frangente storico, più che comprensibile, in considerazione delle difficoltà e degli ostacoli economici rappresentati dagli aggiornamenti sul fronte degli eventi bellici nel cuore dell’Europa e del dispendio finanziario che comporta – in fondo – per il coinvolgimento di ciascun Paese del vecchio continente.
L’aumento del costo della vita non è soltanto derivato dal rincaro delle bollette energetiche ma anche dal ritmo incalzante dell’inflazione, la quale non mostra – dopo un anno – segni di cedimento o di provvisorio arresto. Pertanto, queste dinamiche si riflettono sui bilanci familiari, particolarmente sollecitati nei contesti con lavoratori o percettori di pensione INPS in difficoltà.
Chi ha a carico dei figli cerca di sfruttare ciascuna opportunità che la previdenza sociale offre. D’altro canto, la famiglia è al centro del focus dell’ultima legge di bilancio e di tutte le sue novità in merito. Ad esempio, viene confermato per il secondo anno il pagamento dell’Assegno Unico e universale per le famiglie. Sia i nuovi richiedenti che i vecchi potranno presentare la domanda (di rinnovo, per i secondi soggetti) e beneficiare di un contributo per ciascun figlio minorenne o disabile a carico.
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Tutte le potenzialità dei bonus fiscali, delle indennità e dei contributi sono legate alla valutazione delle soglie reddituali ISEE. Conta il reddito dei genitori, del patrimonio di cui sono titolari, di eventuali rendite. In presenza di figli, non basta solo questa già ampia documentazione. Se un figlio, infatti, percepisce un reddito, tale da consentirgli una vita indipendente e economicamente autosufficiente, il Fisco deve necessariamente tenerne conto.
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Quando la differenza fra reddito dichiarato e quello accertato superi il 20 per cento, l’accertamento deve constatare che il figlio non sia più a carico della famiglia, e di conseguenza deve presentare una dichiarazione dei redditi a lui intestata. I genitori devono tempestivamente comunicare all’INPS l’inizio di un lavoro da parte del figlio. Diversamente, se il figlio resta sotto il tetto familiare, la comunicazione non è necessaria e non si rischia l’accertamento.