Lavoro e reddito di cittadinanza possono essere compatibili fino ad un certo limite. La legge di bilancio stabilisce quale
Il reddito di cittadinanza nel 2022 ha detto addio alla sua vecchia faccia per indossarne una nuova, molto più stringente. La manovra della legge bilancio 2023 ha inserito nuove limitazioni per l’rdc. Tanto per iniziare, ha ridotto la misura a soli sette mesi per i cittadini occupabili, senza alcuna possibilità di rinnovo. Nello specifico sono considerati occupabili tutti i cittadini abili al lavoro con età dai 18 ai 59 anni. Per loro anche corsi di formazione obbligatori e l’obbligo di accettare qualunque proposta di lavoro. Dopo il primo rifiuto, alla prima offerta, qualunque essa sia, viene revocato il reddito di cittadinanza.
A meno che l’offerta non sia troppo lontana dal domicilio in presenza di un nucleo familiare, specialmente se famiglia con figli minori, disabili o anziani. Queste ultime tre sono considerate categorie tutelate. Difatti qualunque famiglia con figli minori, membri over 60 o disabili, percepirà il reddito di cittadinanza per tutto il 2023.
Il reddito di cittadinanza è stato pensato come una misura di politica attiva – non ammortizzatore sociale – finalizzato al sostegno della disoccupazione ed allo stesso tempo la possibilità di trovare nuova occupazione. Questo sarebbe stato il ruolo dei centri per l’impiego e dei navigator, figure che sono sparite ancora prima di apparire. Certo la pandemia non ha giocato a favore. Tuttavia si deve notare che se il reddito di cittadinanza ha avuto in questi anni un ruolo positivo per evitare che molte famiglie cadessero in povertà assoluta, meno rilevante è stato il ruolo in termini di occupazione.
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Le modifiche fatte dovrebbero servire anche ad incentivare il lavoro. Nello specifico per gli occasionali e gli stagionali. Da regola, chi lavora con reddito basso può percepire l’Rdc, ma in misura ridotta perché il reddito da lavoro concorre a formarne l’importo.
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Mentre con le nuove regole, chi lavora e percepisce fino a 3mila euro lordi, potrà percepire interamente il reddito di cittadinanza. Come scritto nella Legge Bilancio, “nel caso di stipulazione di contratti di lavoro stagionale o intermittente, il maggior reddito da lavoro percepito non concorre alla determinazione del beneficio economico, entro il limite massimo di 3.000 euro lordi”.