Il mancato assolvimento delle rate del finanziamento non è senza conseguenze per l’automobilista; ma non nel possesso della vettura. Di cosa si tratta
È il desiderio che accompagna sin dall’infanzia quello di poter guidare, un giorno, un’auto, oltre che giocarci quando le dimensioni sono quelle di un piccolo palmo di una mano. Una volta raggiunta la maggiore età, ecco dunque che molti giovani si lanciano presso l’agenzia di una scuola guida per avviare tutte le pratiche necessarie per iniziare al più presto le lezioni che porteranno al conseguimento della patente.
Soltanto con occhio più adulto si comprende più lucidamente quant’è variegata la lista delle voci di spesa di una vettura, quando è di proprietà; tale è nel momento in cui gli esborsi sulle quattro ruote si incrociano con un bilancio familiare privi di ampi margini di disponibilità economica. D’altronde, l’auto in possesso trascina con sé spese ordinarie quanto improvvisi esborsi straordinari.
Se non paghi una rata dell’auto, si attiva questa procedura
In effetti, sebbene si parli di entità economiche profondamente diverse, l’acquisto stesso di un’automobile è similmente legato, nella natura di alcune dinamiche, all’acquisto di una casa. Si parla in particolar modo di un aspetto: la ricerca di un finanziamento. In media, le famiglie o il lavoratore non ha certo tutto il cash necessario per entrare in possesso del veicolo senza vincoli posteriori all’intestazione.
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È dunque necessario un prestito da parte della banca, la quale valuterà il profilo economico e di sussistenza del richiedente, oltre le consuete garanzie (come per il finanziamento di un’abitazione). Ma come per una qualsiasi forma di prestito, anche per l’auto, le condizioni straordinarie generano le medesime conseguenze di cui spesso si è a conoscenza. Il mancato pagamento di una rata non comporta la restituzione dell’auto.
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Una o più rate di pagamento non restituite mettono in moto le consuete procedure per il recupero del credito. Gli avvisi e le richieste di pagamento saranno all’inizio di carattere bonario. Di fronte alla persistente inadempienza, il creditore coinvolgerà il tribunale, il quale emetterà un decreto ingiuntivo. Segue poi la notifica del decreto e ancora l’avviso con cui si intima il versamento della somma dovuta entro dieci giorni. Nel frattempo, però, si va incontro al rischio di segnalazione alla Centrale rischi finanziari (CRIF) in qualità di cattivi pagatori: ciò causerà il mancato accesso ad ulteriori prestiti per i successivi due anni; oltre l’utilizzo limitato di conti correnti e sulle carte di credito.