L’inclusione nel cosiddetto ‘stato di famiglia’ non è affatto scontata, e anzi, la questione riguarda la condizione reddituale. Di cosa si parla
A partire dalla emergenza sanitaria scoppiata con i contagi da Coronavirus, lo stop produttivo che ha comportato una grave stagnazione del PIL nazionale, ha conseguentemente gravato sulla economia familiare dei lavoratori – che in molti casi, sono stati annoverati a stretto giro fra i disoccupati – di vari settori, i percettori di sussidi, nonché i pensionati.
Dal governo di allora, che si è trovato a gestire questa grave situazione che ha sfilacciato le deboli parti del tessuto sociale, sono iniziate le erogazioni di risorse finanziarie straordinarie per colmare la mancanza di entrate (dovuta alla pressoché totale chiusura delle attività lavorative). In effetti, in maniera del tutto imprevedibile, tale politica è divenuta un modello per la successiva crisi economica, che è quella che perdura oggigiorno con il conflitto in Ucraina.
Fuori dallo stato di famiglia con questo ISEE
Sebbene la crisi dei redditi appartenenti ai cittadini e alle loro famiglie abbia stimolato tardivamente le dovute risposte da parte dei governi nazionali, in considerazione delle già sollecitate casse dello Stato, agli status reddituali più bassi sono giunti, nell’arco del 2022 – e con proroghe all’inizio di quest’anno – i bonus emergenziali da 200 e 150 euro, destinati ai redditi annui – rispettivamente – fino a 35mila e fino a 20mila euro.
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Nell’arco dello scorso anno, hanno però fatto egregiamente la loro parte strumenti essenziali come il Reddito di Cittadinanza e l’Assegno Unico e universale per le famiglie con figli minorenni o disabili a carico. È stato un annuncio ben accolto, quello del rinnovo di tali supporti per il 2023. Per quest’ultima circostanza sarà però opportuno produrre un nuovo ISEE, ovvero, approntare la presentazione della dichiarazione 2023.
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Il modello DSU per l’ISEE resta un punto di riferimento inderogabile per accedere agli strumenti offerti dalla previdenza sociale, o quantomeno per stabilire l’entità congrua del sostegno economico. Esso comprende l’elemento dello stato di famiglia, cioè la composizione del nucleo familiare, compreso di eventuali legami d’adozione, di parentela o affettivi. Esserne parte non è affatto scontato; anzi, vige altresì il rischio di fuoriuscire dallo stato di famiglia. Il criterio di riferimento è il reddito: dai 2.840,51 euro lordi annui, il componente (non conviventi, genitori, fratelli, nonni) non è più considerato fiscalmente a carico. La soglia è di 4mila euro per i figli di età inferiore a 24 anni; così come sono fiscalmente a carico i figli minori di 26 anni, non sposati e senza figli. In più, per non far più parte del nucleo familiare, basta spostare la residenza.