Esenzione IMU | Ora non si pagherà anche in questo caso

Una sentenza della Corte di Cassazione ribalta le casistiche di esenzione al pagamento dell’imposta aprendo a questi contribuenti. Cosa è successo

esenzione imu se c'è separazione
IMU casa (Foto Adobe – pensioniora.it)

Lo scorso anno ha messo a dura prova il mercato degli immobili. La ragione di questo esercizio di resistenza è presto detto. La crisi dell’energia innescata dal conflitto russo-ucraino ha foraggiato la relazione pericolosa con la già presente inflazione e le sue incursioni nei mercati europei. Specialmente in Italia, tale componente si è mantenuta viva in qualità di unità di misura della crescita del PIL nazionale, avvenuta con la ripartenza economica dopo la fine dell’emergenza sanitaria da Covid-19.

Dal 24 febbraio 2022, la componente inflazionistica ha assunto i contorni sinistri più che noti, insinuandosi nei rincari delle bollette e nell’aumento dei prezzi al consumo. Sebbene possa sembrare un livello superiore legato alla macroeconomia, in realtà, la crescita dei tassi di interesse causata appunto dagli alti ritmi percentuali dell’inflazione, ha portato ad un esponenziale aumento delle rate del mutuo sulla casa.

Esenzione IMU, la Cassazione rigetta il ricorso anche in questo caso

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IMU casa (Foto Adobe – pensioniora.it)

L’acquisto di un immobile fa parte solamente dell’inizio di un’epopea contributiva che eventualmente grava su taluni proprietari. Lo sanno bene coloro che hanno acquistato una seconda casa, eventualmente al mare o semplicemente per scopi di investimento. Tale status comporta il pagamento della cosiddetta IMU, l’imposta municipale unica sugli immobili. Da anni oramai l’imposta non grava più sulla prima casa, eccetto se si tratti di ville o residenze storiche.

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I margini di esenzione sono davvero ridotti al minimo per quanto concerne altri tipi di possesso immobiliare, oltre il primo. Spesso dipende dalle casistiche prese in esame dalla Corte di Cassazione che a volte ribalta le legittime limitazioni degli ordinamenti. In un caso preso di recente in esame, un padre ha fatto ricorso su un pagamento IMU, giustificandolo come, nonostante la separazione dalla moglie, il domicilio fosse disposto per viverci con i figli.

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Il ricorso del Comune è stato respinto dalla Cassazione, in quanto quest’ultima ha riconosciuto l’assegnazione da parte dei giudici in secondo grado; il contribuente ha inoltre dimostrato lo stato di casa familiare assegnato al suo domicilio, in linea con il regolamento per le esenzioni che include il riconoscimento della residenza anagrafica e di dimora abituale anche le convivenze di fatto.

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