La gravidanza dà accesso a tutta una serie di facilitazioni, che si traducono in obblighi per il datore di lavoro
La gravidanza è un momento della vita in cui alcune donne, perfettamnte in salute, svolgono un’esistenza normale; altre, più fragili e con gravidanza a rischio, devono stare attente. Il fatto che si tenti, invano di solito, di far entrare anche in Italia le pari opportunità, non significa che nel momento della gestazione la donna non debba avere maggiori tutele. Altrimenti sarebbero inutili tutte le politiche pro famiglia e pro nascita. Non si può negare che determinate mansioni sono più difficili da fare con uno stato di gravidanza avanzato, ed in taluni casi possono anche essere rischiose.
Per cui la legge sulla carta tutela le donne incinte. Conferendo dei periodi di riposo – la maternità – dei permessi speciali durante il primo anno di vita del neonato, ed anche dei doveri al datore di lavoro.
La tutela delle donne incinte si deve estendere anche a quella del futuro nascituro. È per questo che in occorrenza di una gravidanza il datore di lavoro ha:
Leggi anche: Se hai Postepay non puoi avere questa cifra sul conto
Che si traduce anche in un momentaneo demansionamento o affidamento di una mansione di livello superiore. La maternità deve essere assicurata per legge ed in caso di gravidanza a rischio, con certificato medico incluso, si può richiedere il congedo momentaneo anche prima dei mesi previsti. Inoltre il datore di lavoro non può mai pretendere la prestazione lavorativa quando la donna si trova in congedo di maternità. E per migliorare la tutela deve assicurare le visite mediche alla donna in stato di gravidanza, anche in rapporto alle mansioni svolte.
Leggi anche: Case a 1€ nella tua regione | Come controllare se ci sono
Inoltre è fatto divieto assoluto di licenziare una donna incinta durante il periodo della gravidanza, né per le 16 settimane che succedono il parto. Se ciò dovesse accadere scatterebbe una denuncia penale. Al contrario, la donna incinta può disdire il rapporto di lavoro.