Un test di acume ottico che può essere risolto in soli tre secondi. Cerca la barca che differisce dalle altre. Metti alla prova la vista
C’è chi pensa che risolvere rapidamente dei test sia segno di intelligenza. In realtà è soprattutto un fatto di allenamento e di visione diversa, specialmente delle immagini. È per questo che i bambini sovente riescono dove gli adulti falliscono. Hanno minori sovrastrutture e soprattutto meno ansia performativa. E minori schemi mentali. Ciò che il cervello ha reticenza a trovare è il disordine, l’errore, e dunque anche svelare l’illusione ottica.
Molti di questi test rimangono una forma di divertimento e di – erronea – autoconferma. Mentre altri, più complessi e meglio strutturati, sono strumenti testati in medicina diagnostica per valutare delle peculiarità psichiche. In ogni caso ci si può cimentare, divertire, ma assolutamente non delegare ad un gioco la valutazione sulla propria intelligenza ed acume. È molto importante.
In realtà questo test di acume ottico non richiede che pochi secondi, ed è sì una sfida con se stessi, ma non deve essere presa troppo sul serio. Quello che è interessante notare, per chi non riuscisse a portarlo a termine, è che il cervello, rispetto ad una sequenza ordinata di oggetti tutti uguali, non riesce a vedere l’ovvio, anzi lo maschera, perché disturbato dal disordine. O dall’errore. Che in particolare in una mente molto programmata e controllante è fondamentale avere.
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La barca con la vela nel senso opposto è piuttosto visibile. Anche se le strisce orizzontali, che rimangono tali sia in un verso che nell’altro, possono confondere le idee e lo sguardo. Il fatto di risolvere il test in tre secondi non è per aumentare l’ansia da performance. Ma semplicemente perché questo test ha senso se si individua l’elemento diverso dal totale. Non dal dettaglio.
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Se si iniziano ad osservare le barche una per una il gioco non solo è troppo semplice, ma anche inutile. Per questo ci vuole lo sguardo d’insieme, all’interno del quale trovare il dettaglio. Questa capacità non è frutto di intelligenza, ma di allenamento.