Quali sono le conseguenze dell’abbandono dell’attività lavorativa prima del raggiungimento dell’età della pensione
Se per un qualsiasi motivo personale o legato alle vicende professionali o lavorative si sceglie o si è costretti ad abbandonare la propria attività, cosa accade alla contribuzione versata? Come comportarsi in circostanze simili? Purtroppo l’attuale situazione occupazionale non esclude situazioni del genere. ll mondo del lavoro è ormai precarizzato e contraddistinto da instabilità e incertezza.
La flessibilità è declinata come l’insicurezza, per cui non è raro anche dopo i 50 anni di trovarsi in una sorta di terra di mezzo, troppo vecchi per la maggior parte dei lavori e troppo giovani per la pensione. La tentazione è di attendere il momento utile per l’agognato assegno previdenziale, ma potrebbe non essere una buona idea.
Fare casistiche generali è complicato in circostanze simili, bisogna sempre far riferimento alla propria condizione, considerando l’età anagrafica e i contributi versati. Esistono scivoli e finestre che consentono l’anticipo dell’età pensionistica, ma riguardano solo alcune categorie di lavoratori. C’è l’Ape sociale o Opzione donna, ma per accedervi occorre avere particolari requisiti (dagli anni di contributi al tipo di mansione svolta, dall’invalidità allo stato di disoccupazione).
Anche quota 103 è una sorta di scivolo per l’accesso anticipato alla pensione, ma con un numero elevato di annualità contributive. Le condizioni per sfruttare queste opportunità sono stringenti e comunque prevedono una carriera professionale abbastanza lunga. Se si possiedono almeno 20 anni di contributi si devono attendere i 67 anni di età per la pensione di vecchiaia (che potrebbero aumentare con l’adeguamento dell’aspettativa di vita ISTAT fino ai 71 e oltre).
Leggi anche: Non devi superare questo ISEE per la pensione minima da 780€
Inoltre va considerato quando si è cominciato a versare i contributi. Se a partire dal 1996, i 67 anni di età e i 20 anni di contribuzoine potrebbereo non essere sufficienti per la pensione. Infatti è necessario che l’assegno pensionistico sia almeno 1,5 volte quello sociale INPS. Altrimenti si deve attendere i 71 anni di età. Questo perché il calcolo dei versamenti a partire dal 1996 viene effettuato con il sistema contributivo.
Leggi anche: Pensioni febbraio | Molti troveranno un taglio all’assegno
Con più di venti di contributi a partire dal 1996, i versamenti non andranno perduti e contribuiranno al calcolo dell’assegno, in attesa della pensione di vecchiaia che non ha un importo prestabilito, ma viene computata sui contributi effettivamente versati.