Queste sono le responsabilità alle quali incorre un intestatario di un reddito nel momento in cui trasmette un dato mendace. Cosa succede
È quasi trascorso un anno. No, non si sta parlando della prima – e si spera anche l’unica – ricorrenza relativa allo scoppio del conflitto russo-ucraino, casus belli della crisi energetica ed economica che sta tutt’oggi sormontando la quotidianità delle economie europee. L’altro imminente anniversario – e decisamente più piacevole – è quello che sta per dividere la platea di contribuenti dal primo varo dell’Assegno Unico e universale.
Proprio a partire dal 1° marzo dello scorso anno hanno preso il via i pagamenti effettuati direttamente dall’INPS nei confronti dei nuclei familiari a carico dei lavoratori dipendenti, dei pensionati e degli inoccupati. Per l’intera estensione annuale della validità dell’ISEE, ogni figlio minorenne e fino al conseguimento del 21° anno di età, o disabile, riceve un importo mensile a sostegno delle spese che lo riguardano in termini di sussistenza e crescita.
ISEE al Caf, quali conseguenze in caso di dichiarazioni false
Nel caso dell’Assegno Unico e universale, la presentazione della dichiarazione ISEE è fondamentale, non tanto per l’accesso alla misura, visto che per il concetto di universalità tutti gli interessati possono godere indistintamente dal reddito di un supporto economico, quanto piuttosto per la congrua entità dell’assegno, stabilita in base alla percezione reddituale inferiore o superiore alla soglia di 40mila euro annui. La mancanza della trasmissione dell’ISEE comporta un assegno mensile della misura fissa di 50 euro.
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Sia i numerosi bonus che nel corso della prima fase emergenziale prodotta dal rincaro delle bollette energetiche, hanno fornito un’iniezione finanziaria con cicli di una tantum – rispettivamente – da 200 e 150 euro ai bassi redditi fino a 35mila e 20mila euro annui, che tutte le misure ordinarie – riconfermate dall’ultima legge di bilancio -, quali Reddito di Cittadinanza e bonus nascite e asili nido, si attivano per il tetto stabilito dall’ISEE.
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Il contribuente chiude la procedura di accesso ad una delle succitate misure comunicando il dato ISEE – innanzitutto formato dalla giacenza media dei propri risparmi e depositi – al CAF di fiducia che segue la pratica. La responsabilità – come è comprensibile – nel fornire un dato corretto e veritiero, è alta e non ammette distrazioni nemmeno in caso di errore non volontario, vista la posta (finanziaria) in gioco. Per non parlare poi di omissione consapevole. Le dichiarazioni mendaci in atto pubblico hanno varie conseguenze di natura penale: il delitto in falso ideologia, false attestazioni in atti dello stato civile, la DSU irregolare, il falso innocuo. Ovviamente subentra l’intimidazione da parte dell’INPS sulla restituzione delle somme indebitamente percepite, ma il tribunale può emettere una sentenza con una condanna minima di un anno di reclusione.