Entrata appena in vigore la nuova legge che comporterà una radicale regolarizzazione dell’impianto di riscaldamento. Di cosa si tratta
Gli italiani hanno progressivamente – ma inevitabilmente – preso familiarità con il vocabolario della crisi climatica, sul serio, più o meno a partire dalla epidemia da Coronavirus. Non perché il virus sia stato causato dagli stravolgimenti delle temperature – non è dato saperlo – quanto piuttosto perché dall’isolamento prodotto dal confinamento domestico, si è letteralmente assaggiata un’aria nuova, un’aria – sì – più pulita.
La differenza del tutto evidente nelle grandi città ha rappresentato il taumaturgico effetto collaterale del dramma virale, per il quale l’iniziativa istituzionale ha finito per abbracciare – in extrema ratio – lo stop quasi completo della produzione del Paese. Pertanto, tutti o quasi tutti a casa, a preservare la persona dal maggior numero di contatti possibili, eccetto che per la spesa alimentare o per cura fisica con una corretta al parco vicino la propria abitazione; il tutto, mentre l’aria si ripuliva dallo smog, il cinguettio comunicava che gli uccelli erano tornati a volare bassi e tornava la percezione del profumo di alberi in fiore.
Obbligo per tutte le caldaie, cosa dice la nuova legge UE
Certo, per quanto possa piacere, anche la mimosa fiorita in febbraio rappresenta un preoccupante segnale dello stravolgimento climatico. Con la fine dell’emergenza sanitaria, la parola d’ordine è stata quella di difendersi, più che di curare la malattia che affligge il clima. Difendersi evitando qualsiasi dispersione ed aggiornando le proprie case con dispositivi efficienti. Il Superbonus edilizio è stata l’occasione per far ripartire l’economia e dall’altra per incentivare la sostituzione di componenti domotecniche obsolete alle sfide energetiche di domani.
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Dopo il Coronavirus, nessuno avrebbe mai immaginato che sull’Europa si sarebbe abbattuta proprio una crisi energetica, in particolare del gas. Anche in questo caso, il vecchio continente – compresa l’Italia – è apparsa impreparato. Nella penisola, però, non sono mancati cittadini che grazie ai bonus fiscali si sono attrezzati con pannelli solari, stufe a legna o a pellet come alternative ai classici ed onerosi riscaldamenti. Eppure sono state le temperature sopra la media stagionale a non svuotare il fabbisogno di gas ed elettricità di quest’anno.
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Nonostante tutto, le caldaie, supportate da un utilizzo responsabile e soprattutto da adeguata manutenzione, possono contribuire ad arginare i costi dei consumi e gli effetti inquinanti. La nuova direttiva UE ha decretato la parola fine per le caldaie a gas. La legge pone il limite del 2029 per l’installazione di caldaie a gas. La ristrutturazione obbligatoria delle case è soltanto il primo passo per l’impegno a raggiungere “zero emissioni” sul territorio della Comunità Europea entro il 2050; i primi a dover essere inderogabilmente ristrutturati sono gli edifici di classe inferiore alla E (con qualche eccezione).