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Beffa RdC | Chi farà questo perderà l’80% della cifra

Molti percettori del Reddito di Cittadinanza potrebbero essere beffati e perdere fino all’80% della cifra della misura

reddito cittadinanza beffa (Foto Adobe-pensioni.it)

Il Reddito di Cittadinanza è stato prorogato anche per il 2023 seppur con importanti modifiche rispetto al passato. La misura di sostegno al reddito e di introduzione al mondo del lavoro, introdotta dal governo Conte nel 2019, è stata radicalmente cambiata dal governo Meloni che la abolirà definitivamente nel 2024.

Con la nuova Legge di Bilancio il RdC sarà erogato per tutti gli occupabili, ovvero per tutti coloro che hanno tra i 18 ed i 59 anni, per soli 7 mesi e senza possibilità di rinnovo. Queste persone devono poi frequentare corsi di formazione per non perdere la misura e accettare la prima proposta di lavoro che gli verrà fatta per lo stesso motivo.

Reddito di Cittadinanza: queste persone perdono parte della cifra

reddito cittadinanza beffa (Foto Adobe-pensioni.it)

Anche per il 2023 il Reddito di Cittadinanza è compatibile con lo svolgimento di attività lavorativa da parte di uno o più componenti il nucleo familiare percettore. Ovviamente questo è possibile se si continuano a mantenere i requisiti previsti. In questo caso, però, l’importo del sussidio è ricalcolato e tagliato in base ai nuovi redditi percepiti.

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Per molti si tratta di una norma che, di fatto, disincentiva chi è alla ricerca di lavoro. Massimo Baldini, economista, pensa che il governo dovrebbe ridisegnare il sussidio a partire dal 2024 con l’introduzione di una nuova misura di sostegno al reddito. Se ad esempio chi ha il RdC ed inizia una attività come dipendente, il trasferimento diminuisce di 80 centesimi per ogni euro guadagnato lavorando, che diventano 100 dopo il rinnovo della dichiarazione ISEE.

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Quello che traspare è come se ci fosse una imposta sul reddito da lavoro con aliquota effettiva molto alta. “Sono previste forme di compatibilità con lavori occasionali o saltuari, ma non fanno parte di un disegno organico e strutturale della misura. In Italia vi sono tantissimi posti di lavoro con salari bassi e in molti nuclei che ricevono il Rdc vi sono persone che lavorano, evidentemente in occupazioni poco remunerate o svolte in modo saltuario” – afferma Baldini.

In altre parole la riduzione del sussidio dopo che si trova un lavoro dell’80% della paga penalizzerebbe il sistema e stimolerebbe i percettori a non avventurarsi nel mondo del lavoro. 

Pubblicato da
Ramona Buonocore