Parliamo oggi di un argomento molto scottante ovvero quello del testamento: come si divide l’eredità in sua assenza?
Noi di PensioniOra, oggi, abbiamo deciso di soffermarci su una questione senz’altro molto delicata e che potrebbe interessare un po’ tutti noi senza troppe distinzione. Stiamo parlando dell’argomento del testamento e soprattutto di cosa succede quando, al momento della morte di una persona cara, ci si ritrova in assenza di questo documento.
Quello che noi di PensioniOra ci siamo chiesti, infatti, è come in questa situazione c’è la possibilità di muoversi e comportarsi. Come, in poche parole, risolvere la situazione tra i vari possibili eredi al momento in cui vi è l’assenza di un testamento da parte del defunto in questione e come poter dunque dividere i suoi lasciati tra le persone care. Se vi trovate in questa stessa situazione, allora non dovete fare altro che continuare a leggere.
Ebbene, cerchiamo dunque oggi di concentrarsi su cosa succede quando si verifica la morte di una persona a noi cara che, tuttavia, non ci lascia nessun testamento a cui poterci affidare. A occuparsi di questa specifica situazione, in particolare, è l’articolo 457 che cerca proprio di regolamentare il comportamento dei possibili eredi in assenza di questa documentazione. Ma cosa viene stabilito dalla legge e com’è possibile procedere alla divisione dell’eredità? Continuate a leggere per scoprirlo insieme a noi di PensiniOra.
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Quando parliamo dell’articolo 457, nello specifico, facciamo riferimento a delle norme che tendono a dare maggiore privilegio e priorità a coloro che hanno un rapporto stretto di parentela con il defunto che non ha lasciato testamento, rispetto a chi risulta essere più lontano in linea di successione. Stesso ragionamento viene applicato per la divisione dell’eredità in questione: anche in questo caso, infatti, si procede con una vera e propria graduatoria dal più vicino al più lontano, a seconda di quella che è la discrezione dei successori legittimi.
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Tra i vari successori legittimi possiamo senz’altro nominare il coniuge, i figli e i nipoti, i genitori, nonni, fratelli e sorelle. A seguire troviamo i parenti di sesto grado e, in ultimo, lo Stato. Per quanto riguarda le situazioni in cui la gestione dell’eredità è priva di testamento, però, c’è da considerare anche la figura di un eventuale convivente, il quale non rientra tra i successibili, o ancora il coniuge separato.