Ecco qualche particolare sulla destinazione di spesa riguardo a quanto si percepisce di indennità causa disoccupazione. A cosa ci si riferisce
Nel drammatico contesto dello scorso anno, la crisi energetica ed economica che ha iniziato a colpire le ricchezze dei Paesi euripei, non ha sbagliato mira nel far centro a quei bilanci domestici di lavoratori e pensionati in difficoltà. Di certo, la risposta dei governi nazionale è stata complessivamente tardiva, e il primo input si è tradotto nel rilascio di risorse straordinarie, in forma di bonus emergenziali, nei confronti dei redditi più esposti.
Le misure istituzionali si possono ben distinguere tra quelle dedicate ai lavoratori e quelle promosse a favore delle pensioni. Come anche in tempi decisamente più tranquilli, sul lavoro, ed in particolare nel settore delle attività subordinate (in altre parole, tra le buste paga), gli incentivi prendono l’aspetto di un abbassamento stimato della pressione fiscale sulla base lorda; insomma, con un’espressione oramai familiare, tramite il taglio contributivo del cuneo fiscale.
Manca meno di un mese al tanto atteso taglio del cuneo fiscale per i redditi da lavoro dipendente fino a 20mila e fino a 35mila euro lordi annui, con le rispettive forbici del 3 e del 2 per cento. Da questi “sconti”, si producono quei soldi in più in tasca, sottratti alle tasse. Nei confronti delle pensioni, i provvedimenti vanno a finalizzarsi con del vero cash in più nei confronti degli anziani percettori.
LEGGI ANCHE: Eredità | Si possono escludere figli dal testamento?
A dimostrazione dell’esborso diretto dovuto alla dipendenza, senza mediazioni, della previdenza sociale INPS, si rammenta la recente misura di anticipo dell’adeguamento ISTAT degli importi pensionistici che si è conclusa con l’ulteriore aumento di gennaio del 7,3 per cento sui cedolini già incrementati del 2 per cento nello scorso ottobre. Chi ha invece perso il lavoro, in possesso di un basso reddito, può fare affidamento, nel 2023, al Reddito di Cittadinanza e all’Assegno Unico e universale per le famiglie.
LEGGI ANCHE: Questi pensionati possono avere 5 anni di arretrati
Con una disoccupazione recente nell’ambito del lavoro dipendente, il soggetto può richiedere l’indennità cosiddetta NASPI, erogata dall’INPS già dall’ottavo giorno successivo all’interruzione del rapporto professionale. L’assegno mensile equivale, per i primi sei mesi, al 75 per cento della media degli ultimi quattro anni di busta paga; poi scala del 3 per cento ogni mese, fino all’esaurimento della misura. La NASPI viene sospesa ma non interrotta nel caso abbia inizio un nuovo rapporto lavorativo con contratto a tempo determinato, purché inferiore a 6 mesi. Null’altro osta l’erogazione degli importi, nemmeno la natura degli acquisti che si effettuano con i soldi della NASPI, a differenza di quanto è invece stabilito per il godimento della Carta Acquisti INPS.