Molte persone in questi 2023 rischiano di perdere il sussidio mensile della Naspi: cosa bisogna fare per evitarlo
La NASpI, come in molti già sanno, è un’indennità mensile che, previa domanda, viene concessa post disoccupazione involontaria. Tale sussidio spetta, nello specifico, a: apprendisti; soci lavoratori di cooperative in rapporto subordinato; personale artistico con rapporto subordinato; dipendenti a tempo pieno delle PA. La NASpI viene erogata per un numero di settimane pari alla metà di quelle contributive degli ultimi quattro anni. In cifre, l’assegno è pari al 75% della retribuzione media mensile imponibile degli ultimi 48 mesi.
Per fare richiesta, che può essere effettuata autonomamente online o con l’aiuto di un patronato, c’è bisogno della carta d’identità e codice fiscale del richiedente, ultima busta paga, modulo mandato di assistenza e rappresentanza, modello SR163, Modello SR156. In caso di cessazione di un rapporto di lavoro domestico, invece della lettera di licenziamento, serve l’UNILAV. Si sottolinea che la domanda per ottenere la NASpI può essere fatta solamente entro 68 giorni dalla cessazione del rapporto di lavoro.
Naspi 2023, attenzione alla scadenza: cosa fare per non perdere il sussidio
Una volta che si è idonei alla Naspi, e quindi si inizia a percepirla, c’è bisogno di rispettare comunque delle scadenze periodiche per evitare che l’INPS la sospenda. Questo potrebbe accadere anche a breve. L’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale è stato infatti chiaro: entro il 31 marzo bisogna fare la comunicazione in caso di avvio di una propria attività. Tutto coloro, perché esenti dall’obbligo, non vogliano presentare la dichiarazione dei redditi, dovrà comunque trasmettere un’autodichiarazione. L’inizio di un lavoro in forma autonoma o subordinata/parasubordinata, infatti, comporta di norma la riduzione dell’indennità mensile.
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Chiunque non rispetti tale scadenza, oltre a non ricevere più l’assegno mensile, potrebbe rischiare di dover restituire tutti gli assegni percepiti fin da quando ha avviato l’attività di lavoratore autonomo. C’è bisogno quindi di attivarsi prontamente e, per evitare errori, si consiglia di farsi aiutare da un CAF.