La presenza di queste carte costituisce un ostacolo per le norme del pignoramento da parte del Fisco, che non può dunque colpire gli inadempienti. Perché
Non esistono molte alternative al possesso di un conto corrente, almeno su un piano di conservazione dei propri risparmi. È vero, esistono numerose forme di investimento e di deposito delle somme, attaglianti a tutte le esigenze, ma che presentano l’onere di un numero limitato di operazioni, quando non si tratta di vincolare la cifra per alcuni anni, in attesa che maturi il rendimento.
D’altronde, tenere i risparmi in casa è una dimensione che non appartiene alla contemporaneità e alle sue priorità e impegni. Senza considerare poi il rischio che si corre quando un’abitazione è esposta al concreto pericolo di un furto. Insomma, il conto corrente è l’altro portafoglio, che permette di far crescere la giacenza tramite l’accredito delle entrate, quali stipendi o pensioni, e al tempo stesso l’ambiente entro il quale si realizzano le doverose uscite per ottenere l’acquisto di beni e servizi.
Con l’ascesa dei pagamenti elettronici, è diventata doverosa la dimestichezza nei confronti dell’uso delle carte e dei suoi codici. Il riferimento è alle carte magnetiche collegate alle coordinate di un conto in banca o all’ufficio postale, ma anche alle carte di credito e alle più recenti carte prepagate ricaricabili. Il rapporto con questi strumenti si è fatto più stretto, grazie anche alla maggiore sicurezza, in termini di privacy delle transazioni, acquisita con protocolli ad hoc da parte delle grandi piattaforme on line di e-commerce.
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Le stesse carte sono altresì diffusamente entrate nel quotidiano con gli acquisti presso i negozi, grazie alla innegabile comodità di disporre del credito necessario, concentrato in un unico strumento. Inoltre, l’incentivo a questo utilizzo è giunto anche dalla normativa, che in nome dell’antiriciclaggio e della lotta all’evasione, ha imposto l’obbligo del dispositivo POS per il tracciamento dei pagamenti, ad esercenti ed uffici.
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Alcuni titolari di conti correnti, sotto ben altri punti di vista rispetto ai precedenti, appaiono, ai loro istituti di credito, come cattivi pagatori, una volta che sono risultati inadempienti nella restituzione di un prestito o di un mutuo. A quel punto, per l’intestatario è difficile ottenere una qualsiasi carta di credito. Secondo il Fisco, poi, si può arrivare fino al pignoramento del conto per recuperare il debito. Eppure, tale ratio non corrisponde ad alcune carte magnetiche: ossia le carte prepagate ricaricabile. Occorre intendersi che non sono pignorabili quelle che non sono associate ad un IBAN, quindi carte “usa e getta”; diversamente, lo sono le nuove ricaricabili con tanto di coordinate.