La consuetudine di far pagare il coperto al ristorante è davvero molto antica. Tuttavia in determinati casi il cliente può contestare tale voce nel conto totale: quando
Quando si va a cena fuori capita quasi sempre che il conto venga “appesantito” anche dal coperto. In realtà, si tratta di una consuetudine risalente al Medioevo. Esso rappresentava, infatti, una quota richiesta ai pellegrini e viaggiatori che sostavano nelle locande ma consumavano prodotti portati da casa. Si tratta di un’usanza esistente solo in Italia e si distingue dalla mancia, in quanto, quest’ultima, non è obbligatoria e non ha un importo prestabilito. Inoltre, il coperto non viene assolutamente intascato dal cameriere, al contrario della mancia.
Attualmente, ritroviamo ancora tale voce nello scontrino fiscale e generalmente viene calcolato contando soltanto il servizio e del pane e dell’apparecchiatura (posto a tavola, uso di posate, ecc). Alcuni ristoratori, però, valutano anche altri aspetti come la posizione strategica o l’alta professionalità del personale. Generalmente, il prezzo del coperto varia dai 1.50 ai 3 euro, in alcuni casi, però, può essere anche molto più alto. Ciò avviene quando viene calcolato applicando una percentuale sul totale complessivo del conto che di solito oscilla tra il 10 e il 20% dell’importo totale.
Spesso al momento del conto ci si chiede se sia legittimo dover pagare anche il costo del servizio. In realtà, l’articolo 18 del Regio Decreto N. 635/194 stabilisce che può essere richiesto dal proprietario soltanto quando il costo è correttamente indicato nel menù. Dunque, ciò significa che quando il costo del coperto non è menzionato potremmo anche rifiutarci di pagarlo.
Leggi anche: In quali casi il tuo cellulare potrebbe essere intercettato
Per quanto riguarda l’ammontare, invece, non c’è una precisa normativa a livello nazionale e perciò resta regolato a livello locale. L’aggiunta del coperto nel conto è però una questione molto dibattuta, nel 2017, infatti c’è stata anche l’ipotesi dell’emissione di un decreto “contro-coperto” che poi non è andato a buon fine.
Leggi anche: E’ arrivata questa novità su Instagram (e non l’hai notata)
A Roma, ad esempio, un’ordinanza del sindaco risalente al 1995 aveva vietato di imporre il costo del coperto, mentre permetteva quello del pane e del servizio. Nel 2006, però, la capitale ha introdotto un ulteriore modifica chiarendo che esso possa essere inserito nello scontrino, a patto che sia ben visibile ai clienti prima dell’ordinazione. Dunque, per ora, il coperto resta ancora non disciplinato in Italia ma neppure vietato.