Così ti scoprono se hai RdC e lavori in nero

Cosa succede se durante la fruizione del Reddito di cittadinanza (RdC) si svolge un lavoro in nero, quale la norma

Reddito di Cittadinanza verifiche
Reddito di Cittadinanza (Foto Adobe – pensioniora.it)

Il Reddito di Cittadinanza è entrato nell’ultimo anno di erogazione. Dal 2024 la prestazione di contrasto della povertà, per il reinserimento nel mondo del lavoro e per la riqualificazione professional sarà sostituito da una misura ancora allo studio. Al momento la durata della misura per l’anno in corso è di 7 mesi per tutti gli occupabili dai 18 ai 64 anni anni di età.

Le famiglie che dichiarano figli minori, anziani over 65 e disabili a carico continueranno a ricevre la ricarica sulla carta per 12 mesi. Per tutti comunque resta l’obbligo della frequenza a corsi di avviamento lavorativo o aggiornamento e quello dell’accoglimento della prima offerta di lavoro pena la sospensione immediata del Reddito.

Lavoro nero e Reddito di Cittadinanza (RdC), cosa può succedere

Reddito di Cittadinanza verifiche
Reddito di Cittadinanza (Foto Adobe – pensioniora.it)

Alla riforma della prestazione è corrisposta una stretta sui controlli ai percettori. Le verifiche vertono sulla documentazione presentata all’Inps con una mole enorme di domande respinte: circa 3 milioni. Il numero di denunciati per truffa tra i percettori del Reddito è di circa 29mila. I controlli sono preventivi e centralizzati e sono concernenti la validità dei requisiti per l’ammissione alla misura.

In un secondo momento sono le sedi locali dell’Inps a verificare l’attendibilità dei documenti presentati. L’inps ha individuato alcune situazioni di rischio predefinite, nelle quali le frodi sono più possibili. Le verifiche avvengono incrociando i dati disponibili precedentemente e le dichiarazioni relative ai redditi e patrimoni presentate.

I panorami di rischio più frequenti sono le false o omesse dichiarazioni riguardo la situazione lavorativa dei componenti della famiglia, le false attestazioni sulla composizione del nucleo familiare e l’assenza del requisito della residenza in Italia. Qundo l’Inps individua situazioni simili, le domande vengono respinte o sospese in attesa di ulteriori verifiche.

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I controlli rigurdano anche la titolarità di imprese, le cariche sociali o qualifiche dei componenti il nucleo familiare del richiedente il beneficio. Vengono inoltre tracciate le spese effettuate con la Carta e si richiede l’intervento dell’Ispettorato del lavoro e della Guardia di Finanza per i casi di presunto lavoro non dichiarato, o lavoro in nero.

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Si ricorda che in caso di lavoro in nero, il percettore del Reddito di cittadinanza (RdC) rischia il carcere da 1 a 3 anni, secondo le ultime sentenze della Corte di Cassazione. E rischi li corrono tutti i componenti della famiglia che percepisce il sostegno.

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