Ecco quale requisito previdenziale legato all’handicap del soggetto influisce positivamente sull’ottenimento della pensione anticipata. I dettagli
Forte della sua ordinarietà, fatta di un calendario che non smentisce mensilmente la sua regolarità, il fronte delle pensioni INPS ha vissuto da circa un anno a questa parte episodi di straordinarietà, i quali – bisogna subito chiarirlo – sono andati a tutto vantaggi delle tasche dei loro anziani percettori. Certo, si è trattato di un dovere politico di fronte al contesto della complessa crisi energetica ed economica che, nel quadro europeo, ha colpito i bilanci dei cittadini.
Più di un governo ha dovuto dedicare grande attenzione al capitolo previdenziale nel corso di una escalation di tipo economico, iniziata con il traumatico arresto della ricchezza nazionale con l’epidemia da Coronavirus, e proseguita con lo scoppio delle ostilità in Ucraina. Si è dunque inaugurata una maratona di iniziative istituzionali per salvaguardare le condizioni di una consistente parte del tessuto sociale, costituito appunto dai pensionati.
Il rincaro delle bollette energetiche ha soltanto viaggiato parallelamente all’aumento generalizzato del costo della vita, a partire dai listini dei prezzi al consumo. Complice della erosione dei risparmi privati, per far fronte al caro prezzi, è emersa in tutta evidenza l’altissima inflazione, la quale tutt’oggi non incontra ostacoli. Tale componente, però, ha messo in moto gli “anticorpi” della previdenza sociale.
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Non a caso, la misura maggiormente di carattere strutturale – dopo il rilascio straordinario di bonus emergenziale da 200 e 150 euro per le fasce reddituali più esposte – è apparsa l’anticipo di una parte dell’adeguamento ISTAT degli importi pensionistici, iniziato con la tornata delle consegne dei rati dello scorso ottobre. Esso si poi finalizzalizzato con l”incremento sulla base dell’indice effettivo del 7,3 per cento, erogato in quote regolate dagli scaglioni di reddito.
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Da gennaio, inoltre, sono state attuati le novità in ambito di pensione anticipata, con il definitivo varo della Quota 103, introdotta al posto della scaduta Quota 102. Servirà il raggiungimento di 62 anni di età e il versamento di 41 anni di contributi per aggirare i rigidi canoni delle Legge Fornero, ma sarà comunque il basso assegno dell’Ape sociale a traghettare verso i 71 anni della pensione di vecchiaia. Senza alcuna ombra sulla trasparenza, il fattore handicap può contribuire ad anticipare il congedo lavorativo.
In possesso di almeno 20 anni di contributi, la pensione di vecchiaia viene anticipata all’età di 56 anni per le donne, e a 61 anni per gli uomini. La misura è direttamente legata alla disabilità dell’interessato, pertanto l’INPS richiede il riconoscimento di un’invalidità pari all’80 per cento o superiore. Il trattamento decorre però dal dodicesimo mese successivo al completamento dei requisiti. Per l’invalidità pensionabile, la certificazione è stabilita tramite la visita medica da parte delle commissioni invalidi dell’INPS.