Il cambiamento delle regole sul reddito di cittadinanza porta nuovi oneri a carico dei percettori, che rischiano di perderlo
La legge Bilancio 2023 ha introdotto novità restringenti sul reddito di cittadinanza. In particolare, rimarrà in vigore per tutto l’anno solo per le famiglie che hanno componenti minori o disabili, oppure over 60. Per tutti gli altri, ciò significa gli occupabili dai 18 ai 59 anni, la misura rimarrà valida solo per sette mesi – in principio si era stabilito il tetto di otto mesi -. In questo periodo, per continuare ad usufruire dell’assegno che ogni mese viene versato sulla carta Rdc, i percettori hanno degli oneri che se non soddisfatti, comporteranno la revoca immediata del reddito di cittadinanza.
Si parte dagli occupabili. Prima regola modificata è stata l’abolizione della parola ‘congrua‘ nell’offerta di lavoro che il beneficiario del reddito è obbligato ad accettare, pena la revoca del beneficio. Ciò significa, in parole povere, che non vale più il requisito dell’offerta di lavoro vicina all’esperienza professionale ed alla qualifica del percettore. Ma qualunque offerta di lavoro deve essere accettata, altrimenti si perde il diritto al beneficio.
Reddito di cittadinanza, nuovi oneri per i percettori
Sempre rimanendo nel campo degli occupabili, un dettaglio che non si può trascurare è la Did, la messa a disposizione immediata presso i Centri per l’impiego. Insieme alla richiesta per il reddito di cittadinanza, il cittadino deve sottoscrivere il patto per l’impiego, che corrisponde ad obblighi reciproci, tra cui la messa a disposizione lavorativa immediata. Chi non adempie a questo dovere perderà l’assegno mensile.
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Ogni anno l’ISEE, l’indicatore di reddito, deve essere rinnovato. Difatti questo certificato è valido dal primo gennaio di ogni anno al 31 dicembre dello stesso. Se per il 2023, nello specifico entro il 31 gennaio, il nuovo ISEE in corso di validità non viene rinnovato, si perde il diritto al beneficio. Questo perché l’INPS non è più a conoscenza del reddito in corso del nucleo familiare.
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Onere a cui si accompagna l’obbligo, durante l’anno, di comunicare prontamente all’ente di previdenza sociale eventuali variazioni di reddito, sia in senso aggiuntivo che sottrattivo. Se da controlli risultano mancate comunicazioni, il cittadino dovrà rimborsare la quota di reddito di cittadinanza percepita indebitamente, più ovviamente la revoca immediata.