Prorogato ancora per un anno, il sussidio al reddito prevede particolari eccezioni per limitare l’accesso ad alcuni soggetti. Di cosa si sta parlando
Sin dai non lontani tempi “contagiosi” della epidemia da Coronavirus, le circostanze, seppur drammatiche e senza precedenti – sono state un pochino meno avverse per via della presenza di alcune misure economiche previste dalla previdenza sociale nazionale. Si tratta di strumenti strutturali che progressivamente sono stati messi a punto dalle politiche finanziarie degli ultimi governi, a prescindere dal corso straordinario degli eventi.
I problemi sul raggiungimento delle somme a sostegno dei cittadini più bisognosi non sono mancati, allora come oggi – con la crisi energetica ed economica – ma molto spesso sono sorti sulla scorta di articolate verifiche basate sull’incrocio dei dati a disposizione dei vari uffici della Pubblica Amministrazione per impedire che i soliti “furbetti” potessero pesare sulle già affaticate casse dello Stato.
Con l’arrivo del 2023, si è assistito all’alba delle politiche economiche attuate dal governo Meloni, al suo primo anno di legislatura. Esse sono state codificate in una legge di bilancio che non ha potuto non risentire delle congiunture internazionali, legate alla crisi del gas, alle ingerenze speculative dei mercati internazionali, e non ultimo il fattore virale della crescente inflazione a condizionare il potere di acquisto delle famiglie.
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Il rincaro delle bollette è stato inizialmente tamponato dalla elargizione di bonus emergenziali – quelli da 200 e 150 euro – per sostenere il pagamento delle fatture sulle utenze domestiche nei confronti dei nuclei familiari di lavoratori e pensionati in difficoltà. In seguito, è stata l’ultima manovra a destinare ben due terzi delle risorse finanziare alle iniziative anti-crisi, contro il progressivo impoverimento dovuto all’aumento del costo della vita.
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Strutturalmente, il nuovo anno ha incamerato invece il rinnovo di importanti strumenti attivati dall’INPS. Le famiglie con figli minorenni o disabili possono contare sulla seconda annualità dell’Assegno Unico e universale, ma anche sui bonus asilo nido e bonus nascite. I redditi ancor più in sofferenza – fino a 9.360 euro annui – saranno ancora per un anno supportati dal Reddito di Cittadinanza, sebbene radicalmente rivisto nei criteri di durata: soltanto sette mensilità di pagamento. Tra gli interessati, tuttavia, nonostante il rispetto del tetto reddituale ISEE, l’Istituto si riserva di escludere alcune categorie; o meglio, una parte: detenuti, condannati o persone con precedenti reati possono richiedere e beneficiare del Reddito di Cittadinanza, ma non devono essere stati perseguiti per questi reati: truffa aggravata a danno di erogazioni pubbliche; attentato contro le istituzioni; delitti con finalità terroristiche; reati di stampo mafioso.