Quanto prenderesti di reversibilità se morisse tuo marito

Concentriamoci sul tema della reversibilità e su quanto potremmo prendere se a morire fosse proprio nostro marito: scopriamo insieme

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Quanto prenderesti (Foto Pixabay – pensioniora.it)

Quando parliamo della pensione di reversibilità, facciamo in realtà riferimento a un tipo molto specifico di trattamento pensionistico e che scatta in aiuto a quelli che sono i superstiti di una persona cara che è venuta a mancare: sia questa un pensionato o un soggetto che non aveva ancora maturato il proprio diritto alla pensione. Ma, nel caso si trattasse di nostro marito, a quanto ammonterebbe la cifra di queste somme?

La prima cosa da specificare è che, in realtà, quando parliamo della pensione di reversibilità ci sono numerose clausole, trafiletti e soprattutto eccezioni a cui dobbiamo fare attenzione. Aspetti, insomma, che potrebbero rendere la procedura di riconoscimento un po’ più complessa di quanto siamo abituati a pensare. Proprio per questo noi di PensioniOra oggi siamo qui per scoprire insieme a voi a quanto ammonterebbe la somma di questi atti pensionistici in caso di morte del proprio marito.

Reversibilità, quanto se morisse nostro marito

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Quanto prenderesti (Foto Pixabay – pensioniora.it)

Come abbiamo già detto prima, ci sono ben due situazioni in cui può scattare l’invio delle somme della pensione di reversibilità. La prima è quando viene mancare un soggetto pensionistico che lascia dunque i suoi risparmi ai suoi cari. La seconda è quando invece il soggetto in questione è un qualcuno che non aveva ancora raggiunto l’età sufficiente per avere diritto alla propria pensione: in questo caso le cose cambiano un po’.

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Affinché si possa percepire una pensione di reversibilità nel secondo caso, infatti, c’è bisogno che il soggetto in questione abbia maturato almeno quindici anni di anzianità contributiva e assicurativa, o cinque di anzianità assicurativa e contributiva di cui tre negli ultimi cinque anni precedenti al decesso. Ma, nel caso in cui il soggetto sia nostro marito, a quanto dovrebbe ammontare la nostra cifra?

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Ebbene, come prima cosa bisogna ricordare che un coniuge ha diritto alla pensione di reversibilità solo dopo un mese dal decesso, e questo vale anche in caso di separazione o divorzio. Nel caso specifico del coniuge, a lui spetta per la precisione ben il sessanta per cento rispetto a quanto il soggetto in questione avrebbe percepito se ancora in vita.

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