Il testamento per legge può essere annullato. I casi sono disposti cal Codice Civile ed anche da sentenze della Corte di Cassazione
Al momento del decesso di un parente stretto, oltre all’elaborazione del lutto, i familiari più vicini si devono anche occupare dell’eredità. Procedimento che può durare anche un decennio, specie se non c’è accordo fra i chiamati all’eredità. La legge disciplina i vari passaggi grazie al Codice Civile ed anche a sentenze della Corte di Cassazione. Allo stesso tempo, però, non è semplice stabilire per un Giudice la legittimità caso per caso. Al momento del decesso, si possono verificare due casi. La presenza di testamento, che dovrebbe semplificare le pratiche in quanto la volontà del de cuius è espressa, e l’apertura della successione. Che è un procedimento lungo, all’interno del quale vengono congelati i beni del defunto, compreso il conto corrente.
Il testamento può essre di diversi tipi. Il più comune è quello olografo, ovvero firmato con la mano di colui che esprime la propria volontà. IL testamento redatto presso un notaio ed in presenza di almeno due testimoni è un documento difficilmente attaccabile. In ogni caso, se gli eredi sono scontenti, ci sono dei casi in cui il testamento può essere annullato.
Testamento, quando si può essere annullato
Per annullare il testamento si devono verificare le condizioni per cui non sussistono quelle condizioni di fatto che rendono il testamento valido. Ad esempio, l’estromissione di un figlio dall’eredità, tramite testamento, è illegittima per legge. Dunque il figlio avrà la legittima quota che gli spetta, ma il testamento non viene annullato.
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Un caso piuttosto frequente è quando al momento di firmare un parente aiuta il testamentario a firmare tenendogli la mano. Può capitare che con la senilità vengano meno le forze per firmare. Ma questa azione invalida il testamento, perché non olografo.
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Inoltre può essere annullato se viene dimostrato che il soggetto, al momento della firma e redazione del testamento, non era in capacità di intendere e volere, per stati di infermità mentale permanenti o anche temporanei. Anche l’ubriachezza può essere considerata una parziale incapacità di intendere e volere, che se dimostrata, invalida il testamento.