L’affidamento degli animali domestici nelle sentenze di divorzio è una questione aperta. La legge dovrebbe adeguarsi a breve
Quando una coppia di coniugi si separa, e poi inizia il procedimento che poi porta al divorzio, oltre alla sofferenza affettiva per il fallimento del matrimonio e le ripercussioni che ci possono essere sui figli, ci si deve preoccupare della divisione dei beni comuni. Che non sono necessariamente solo materiali. Ovviamente la questione più dibattuta è l’affidamento dei figli, sempre che non ci sia un’accordo fra le parti. E poi anche l’affidamento degli animali domestici, che a differenza dei figli non hanno possibilità di esprimere preferenze.
Nel caso in cui ci sia accordo fra le parti non c’è problema, e non c’è necessità alcuna di ricorrere ad un giudice o ad un Tribunale. Se invece questo accordo non ci fosse, ci si deve affidare alla legge. Il problema è che nel codice civile, in caso di divorzio, non esiste alcun riferimento esplicito all’affidamento degli animali domestici. Alcuni parti politiche premono sul Parlamento affinché la questione si sistemi il prima possibile, all’interno di un più ampio discorso sul benessere animale.
Affidamento animali domestici, cosa può dire il Giudice
Dunque in assenza di una legge specifica, se non c’è accordo fra le parti, la questione viene rimandata al Tribunale, dove precedenti sentenze fanno giurisprudenza. Dato che è una questione a quanto pare ancora legalmente non considerata importante, il Giudice può sollevare la propria responsabilità dalla decisione dell’affidamento degli animali domestici in una sentenza di divorzio, lasciando la scelta ai coniugi.
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Mentre in altri casi, in cui si esprimono, vengono tenuti in considerazione diversi fattori. Tra cui i principali riguardano il legame affettivo degli animali domestici con uno o con l’altro coniuge. Ed in presenza dei figli la bilancia può pendere per il coniuge che ha l’affidamento della prole.
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Dunque si cerca di preservare il benessere animale, a prescindere dai dati anagrafici degli animali domestici e dalla persona che li ha adottati. La proposta di legge è di inserire queste variabili per iscritto, ed inoltre sentire testimonianze di figli, amici, ed eventualmente anche di esperto di comportamento animale.