Non tutte le confezioni di pellet che si trovano in commercio sono regolari, e il rischio è quello di compromettere la salute. Ecco perché
Sin dai tempi non lontani della emergenza sanitaria esplosa con il Coronavirus, costringendo le famiglie al confinamento domestico (lockdown) e a ridurre al minimo indispensabile le uscite, la sostenibilità ambientale è diventata un tema concreto; ciò è dovuto poiché le condizioni dell’aria sono apparse sotto gli occhi – e il naso – di tutti: a fronte dell’assenza di traffico, e pressoché di alcuna forma di inquinamento, l’aria è diventata pulita e il cielo – a bassa quota – si è ripopolato di uccelli.
Insomma, le conseguenze di un ambiente più sano sono state unanimemente apprezzate, fino alla ripresa produttiva, con l’inevitabile ritorno allo smog – di ogni sorta – di sempre. Eppure, per riavviare l’economia, il governo ha pensato di sostenere il settore più trainante in termini di PIL: l’edilizia. Ecco, dunque, che è nato così il Superbonnus 110%, il pacchetto di detrazioni per gli interventi di ammodernamento in chiave energetica degli appartamenti e degli spazi pubblici condominiali.
Almeno tra i primi che hanno beneficiato del Superbonus edilizio, ma anche dei bonus fiscali sulle ristrutturazioni e sull’acquisto di elettrodomestici ad alta certificazione energetica, nessuno avrebbe immaginato ad un decorso degli eventi di tutt’altra natura, ma che avrebbe mantenuto il focus, ancora una volta, sulla sostenibilità ambientale; non soltanto perché i cambiamenti climatici sono all’ordine del giorno, ma perché una guerra nel cuore del vecchio continente ha privato le economie europee della sicurezza di disponibilità dell’energia, o quantomeno del gas.
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Pertanto, mentre la Commissione Europea – che non si è fatta trovare specificatamente preparata – chiedeva ai suoi cittadini docce fredde, un inverno casalingo senza riscaldamenti o cotture a fuoco lento, è bastato l’esponenziale aumento delle bollette per staccare le utenze domestiche di taluni cittadini in difficoltà economiche. Altri, invece, approfittando dei bonus fiscali, hanno puntato su alternative alle classiche forme di riscaldamento: l’installazione di pannelli solari sui balconi e terrazze, l’acquisto di stufe a legna e a pellet ad alta efficienza, nonché il posizionamento di pannelli termoriflettori sui termosifoni per prevenire la dispersione energetica.
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In questi ultimi mesi, ha preso piede l’acquisto del pellet, come soluzione più economica rispetto alla legna. Tuttavia, il rincaro è stato inevitabile ma non intollerabile. La maggiore richiesta nel mercato italiano ha dunque stimolato il processo di importazione di altro pellet proveniente dall’estero. E non tutto il pellet oltre confine è sicuro, anzi. Come ha dimostrato un recente maxi sequestro presso il porto di Salerno, è giunto il pellet proveniente dall’Egitto: 9.000 confezioni da 15 kg ciascuna, per totali 135 tonnellate sono state sequestrate dalla Guardia di Finanza, in quanto si tratta di pellet contraffatto, nel quale sono presenti colle o leganti chimici che vengono dispersi con la combustione ad alta temperatura (con il relativo rischio per la salute). Queste componenti devono assenti nel pellet, così come dichiarato fraudolentemente nella etichetta delle confezioni bloccate.