A partire dai prossimi mesi sono previsti ulteriori aiuti per gli italiani e le bollette: ecco le anticipazioni a riguardo
Il 2022 è stato senza ombra di dubbio un anno molto difficile per quanto riguarda le tasche degli italiani che hanno dovuto fare i conti con inflazione ed aumento delle materie prima e quindi di carburanti e bollette. Anche il primo mese del 2023 non è stato da meno ma le cose potrebbero presto cambiare.
Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha infatti affermato che prima di aprile il governo in qualche modo interverrà per prorogare le misure di mitigazione dei prezzi per famiglie e imprese, probabilmente in una forma diversa rispetto a quella che è stata finora, che era figlia dell’emergenza”. Sono quindi in arrivo nuovi aiuti.
Bollette, nuovi aiuti a partire dalla primavera
A partire dal prossimo mese di marzo si stima un deciso taglio alle bollette dal momento che il prezzo del gas cala del 4,1% sul mercato di Amsterdam. Il governo Meloni, inoltre, ha stanziato ben 21 miliardi su 35 contro il caro energia, soprattutto per i primi tre mesi del 2023 fra taglio degli oneri di sistema, Iva al 5%, crediti di imposta per le imprese e bonus sociali.
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Il governo sta ora studiando dei meccanismi più efficienti in termini di aiuto e più flessibili rispetto all’andamento anche dei consumi e che premiano i comportamenti virtuosi per quanto riguarda il risparmio energetico. Non si conoscono ancora ulteriori dettagli ma si prevede l’introduzione delle “fasce protette” di consumo e incentivi il risparmio energetico e che avrebbe debuttato questa primavera.
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Il caro bollette ha colpito maggiormente imprese e le famiglie: le prime hanno pagato 61,4 miliardi in più, le seconde, 30 miliardi, secondo quanto rileva la Cgia. È il Nordest l’area più interessata dagli aumenti dove la stima degli extracosti per energia elettrica e gas è salita del 118,1%. Rispetto al 2021, nel 2022 c’è stato un rincaro delle bollette di luce e gas di 91,5 miliardi di euro.
A livello regionale il rincaro più importante ha interessato l’Emilia Romagna (+119,2%), il Friuli Venezia Giulia (+119%) e il Trentino Alto Adige (+118,3%). Le più penalizzate le regioni più popolate e con maggiore presenza di attività economiche, come la Lombardia (+20,8 mld), l’Emilia Romagna (+10,2 mld) e il Veneto (+10 mld).