Quali possono essere i rischi in materia fiscale, se un figlio inizia a lavorare e non viene emessa dichiarazione?
Nella società moderna, sono ancora tanti i figli, che vivono con i genitori, a volte, l’età si prolunga sempre di più causa mancanza di un lavoro stabile e duraturo. I laureati soprattutto, fanno difficoltà a garantirsi un’indipendenza economica, non sempre per colpa loro.
Quindi, l’età avanza e figlio che superano anche i 30 anni, vivono ancora con mamma e papà. I cosiddetti “mammoni”, termine che può anche essere offensivo per la dignità di una persona. Di certo, trovare un impiego e avere una casa propria è il massimo che questa vita può dare, ma è sempre difficile. Ma cosa succede se un figlio comincia a lavorare e non dichiara il suo reddito?
Un figlio inizia a lavorare: cosa può fare il fisco?
Quando un figlio, comincia ad intraprendere una strada lavorativa, con tanto di reddito, è bene che questo venga comunicato al fisco, in modo che, venga staccato dai genitori e sia considerato indipendente. Perché se ciò non viene effettuato, si rischiano pesanti sanzioni. Infatti non può essere più considerato a carico di padre e madre.
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Ecco che il fisco, può valutare i redditi delle famiglie e vedere se sono aumentati, se non vengono ufficialmente comunicati. Si rischiano sanzioni, perché il fisco può valutare, che un nucleo familiare può effettuare spese, non previste con la somma dei redditi di tutti i componenti.
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Dunque è sempre opportuno, fare una dichiarazione del reddito divisa, una dei genitori e l’altra del figlio, che nonostante continui a vivere con padre e madre non influisca sull’altro reddito. Non bisogna rischiare di sommare entrambi i redditi. Un figlio infatti, può liberamente vivere con padre e madre affinché comunichi il proprio reddito.
È consigliabile quindi, recarsi all’INPS, dichiarare un reddito autonomo grazie ad un impiego che garantisce entrate personali. Tutto questo va effettuato anche per evitare quelle detrazioni detrazioni fiscali per chi ha ancora figli a carico, sostituite da un po’ di tempo dal nuovo assegno unico per figli.
Possono infatti, scattare controlli molto rigorosi da parte dell’Agenzia delle Entrate, tramite il “redditometro”, che controlla le cifre di denaro che entrano ogni mese da parte dei componenti di una famiglia. Meglio non rischiare.