Si succedono le previsioni previdenziali dopo le modifiche del governo alle pensioni e gli effetti delle iniziative sugli importi. Cosa succederà
Se lo scorso anno, con tutte le sue criticità e gli eventi drammatici che si sono susseguiti di fila, ha rappresentato l’anno dei problemi, il 2023 si dovrebbe candidare come il periodo delle soluzioni, o quanto meno delle riparazioni su un tessuto sociale tutt’altro che integro. D’altronde, negli stessi giorni giorni ma del 2022, si stava apprezzando un fattore inflazione mentre misurava uno straordinario andamento economico di crescita dopo lo stop della produzione causato dalla emergenza sanitaria da Covid.
La circostanza ha assunto aspetti del tutto opposti e nefasti a partire dal 24 febbraio, con lo scoppio del conflitto in Ucraina. Generatasi la nota crisi dell’energia, senza precedenti dopo decenni di pace sul suolo del vecchio continente, gli effetti economici sono approdati direttamente tra le mura domestiche delle famiglie in difficoltà, alle prese con i conti degli aumenti del caro bollette.
Cosa succederà alle pensioni entro l’estate
Dai primi giorni del mese in corso, le stime del gas in direzione dei minimi storici sul mercato internazionale Ttf di Amsterdam lasciano ben sperare sulle aspettative che i singoli cittadini ripongono alla prossima tornata delle bollette energetiche, sebbene all’andamento positivo del gas, l’effetto domino della scorsa deriva estiva stia contagiando le tariffe dell’energia elettrica.
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Al di là delle opportunità offerte dai bonus emergenziali da 200 e 150 euro, e alle presenti misure di rinnovo su importanti strumenti di sostegno (Assegno Unico e universale per le famiglie, bonus maternità per le mamme disoccupate, bonus asilo nido), l’iniziativa che presenta reali connotati strutturali è stata quella che ha riguardato l’anticipo dell’adeguamento ISTAT sugli importi pensionistici.
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Lo scorso ottobre, infatti, il governo ha anticipato una frazione dell’incremento pensionistico in base all’indice presuntivo del 2 per cento, secondo le aliquote spettanti per scaglioni reddituali. Dal 1° gennaio, le pensioni hanno recepito l’ulteriore aumento del 7,3 per cento (indice effettivo), con analoghe modalità, decido dal MEF. La riforma fiscale in arrivo per l’estate e preannunciata dalla legge di bilancio, prevederà adeguamenti statistici ogni tre mesi, e non più annualmente: a beneficio del contrasto alla crescita esponenziale inflazionistica. Proprio in estate giungeranno le nuove aliquote IRPEF applicate sulle pensioni: le tre aliquote al 23 per cento (redditi fino a 15mila euro), 27 per cento (redditi tra 15mila-50mla euro) e al 43 per cento (redditi superiori ai 50mila euro), contro le attuali quattro.