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Pensioni

Opzione donna | Chi può rientrare già all’età di 58 anni

Ecco secondo quali criteri le lavoratrici possono sfruttare l’agevolazione per l’uscita anticipata a questa età. I dettagli

Opzione donna (Foto Adobe – pensioniora.it)

Appena terminate le festività di inizio anno, ecco che si palesa rinnovato il calendario fiscale e previdenziale. Non si tratta necessariamente di obblighi da parte del contribuente; dal punto di vista strettamente previdenziale, anzi, emerge come primo appuntamento, la gradita occasione di “ricaricare” la propria sussistenza, almeno economica. Il riferimento è dunque alle pensioni e alla loro consegna in contanti presso l’ufficio postale, in base alle convocazioni organizzate per ordine alfabetico dei cognomi.

Questo mese, oltre ad aver avuto la partenza dei pagamenti pensionistici dal 2 gennaio, si sono anche palesate altresì delle novità legate specificatamente agli importi. Si attendeva infatti la seconda “parte” dell’adeguamento ISTAT delle somme pensionistiche, dopo la prima tranche anticipata nella tornata dello scorso ottobre: all’inizio del quarto trimestre, l’incremento si è basato su un indice previsionale del 2 per cento.

Opzione donna, quale lavoratrice uscirà a 58 anni

Opzione donna (Foto Adobe – pensioniora.it)

L’anticipo di una parte della rivalutazione statistica è stata voluta dal governo Draghi per non far impattare l’intera misura di adeguamento degli importi sulle già stressate casse statali, trovatesi a dover gestire aumenti su una base percentuale inflazionistica pari a due cifre. Il completamento di questa operazione ha portato il MEF a rilasciare dal 2023 il nuovo indice (quello effettivo) pari a 7,3 per cento, distribuito in quote secondo gli scaglioni reddituali.

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Un ulteriore affinamento arriverà nel prossimo marzo con l’indice pari allo 0,7 per cento. Altri cambiamenti di carattere previdenziale rimandano sin all’età lavorativa, e non solo per i noti aumenti degli stipendi (a partire dalla Pubblica Amministrazione) dovuti al rinnovo dei contratti nazionali di categoria. Dopo la Quota 102 scaduta al 31 dicembre 2022, è subentrato il nuovo sistema transitorio della Quota 103, che assicura l’uscita a 62 anni e 41 anni contributivi versati, oltre a “sventare” il completo ripristino della Riforma Fornero.

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Di fatto, a monte resta il punto di riferimento stabilito dalla pensione di vecchiaia, raggiungibile a 67 anni e con almeno 20 anni di contributi, in grado di elargire l’assegno pensionistico nella misura del 100 per cento. Dal 2024, la misura prevederà il solo criterio degli anni di contribuzione versata (infatti, ha già preso il nome di Quota 41). Uscita anticipata confermata anche per le donne con il rinnovo dell’Opzione Donna, anche se il governo Meloni ha riservato il requisito del numero dei figli: le lavoratrici potranno ottenere l’uscita più “giovane” a 58 anni soltanto se sono mamme di almeno due figli.

Pubblicato da
Roberto Alciati