Per difendersi dalle rigide temperature ma tenendo a bada la fattura dell’utenza, ecco qual è la scelta migliore per scaldarsi in casa. Le soluzioni
Non manca molto alla prima ricorrenza – e ci si augura anche l’unica – concernente lo scoppio del conflitto in Ucraina. Una data che i cittadini europei ricorderanno a lungo, quella del 24 febbraio 2022, dato che, oltre ad aver riportato un evento bellico di proporzioni globali nel cuore del vecchio continente dopo decenni di apparente pace, ha dato vita ad una crisi energetica senza precedenti.
Un inciampo della storia che ha fatto trovare impreparate le istituzioni europee e ha rivelato alle popolazioni dei Paesi comunitari tutte le fragilità di carattere strutturale: a partire dalla dipendenza energetica, il cui problema espone quotidianamente gli utenti alle scorribande percentuali dei mercati internazionali. L’inflazione che si viene a creare come prodotto derivato di tale escalation, trasforma la questione energetica in una crisi platealmente economica che erode i bilanci privati dei cittadini.
Termosifoni o condizionatore, qual è il riscaldamento più conveniente
Fino allo scorso autunno, i media si sono fatti portavoce dei proclami delle istituzioni sia europee che nazionali. In Italia, un decreto approvato sotto la legislatura del governo Draghi ha istituito un piano di razionamento del gas per salvaguardare non tanto il fabbisogno per il periodo più freddo 2022-2023, quanto per il successivo, sul quale pesano tutte le incognite e le variabili che hanno preso vita in questi ultimi mesi.
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Nelle case degli europei sono entrati i proclami al risparmio energetico (giustamente), a seguire abitudini più consone a sfidare la rapida corsa dei contatori, ma sono anche giunti inviti a “seguire” la cura del freddo con docce fredde, cotture della pasta a fuoco e – come si può immaginare – a tenere l’impianto di riscaldamento spento. Approfittando dei bonus fiscali, molti italiani hanno installato pannelli solari al balcone o in terrazza, acquistato stufe a legna o a pellet altamente efficienti, o posizionato – più modestamente – pannelli termoriflettori dietro i termosifoni per evitare dispersioni energetiche là dove le pareti sono più sottili (sotto le finestre).
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Di ricette per abbassare le salatissime bollette dei consumi se ne sono sentite tante, ed anche le case hanno più di un’opzione sul classico impianto di riscaldamento dei termosifoni: il condizionatore, ad esempio. Il fattore principale, in entrambi i casi, è rappresentato dalle ore di accensione. Con un condizionatore a pompa di calore, di ultima generazione e alla massima classe energetica, si registrano consumi per 400 watt l’ora, ossia 1,2 kW/h; in una casa dove sono installati tre condizionatori, i costi mensili si aggirano a 61,44 euro, per circa 60 kW settimanali. Se si passa molto tempo in casa, i termosifoni restano la soluzione migliore per il proprio portafoglio, dato che il costo medio dei consumi è approssimativamente di 80 euro mensili.