Può capitare di prestare somme di denaro e di non ricevere restituzione anche a seguito di un sollecito. Come si può agire legalmente?
Anche se si è un privato e non un istituto di credito, la legge consente di prestare del denaro ad altre persone, che possono essere amici, familiari o altro. Il prestito, a differenza della donazione, implica una restituzione, in tempi stabiliti tra le parti. Può capitare che un prestito, soprattutto se ingente, non venga restituito, e che il prestatario non risponda ai solleciti. Cosa si può fare? Dato che la legge consente i prestiti, ciò implica anche il diritto alla restituzione. Ma è fondamentale analizzare le condizioni del prestito, per capire se si può o meno agire per vie legali.
Tanto per cominciare si deve dimostrare che il prestito sia effettivamente avvenuto. Questo è possibile se esiste qualche traccia materiale ed ufficiale dell’operazione. Nel caso in cui sia avvenuto in contanti tra le parti, è difficile sostenere legalmente che esso sia avvenuto realmente.
Prestito senza restituzione, come riavere indietro il denaro
Senza dubbio la formula migliore per assicurarsi la restituzione del denaro è fare una scrittura privata in cui sia espressa la volontà del prestito, la quantità di denaro, la modalità ed i tempi di restituzione. In questo caso, in mancanza di restituzione, la scrittura può essere determinante in sede legale per obbligare il debitore a restituire la somma. Rimane comunque la discrezionalità del Giudice sulla sentenza. Il termine per la restituzione deve essere pattuito al momento del prestito, e dimostrato. Se così non fosse, verrà stabilito in seguito dal Giudice.
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Nel caso in cui non ci sia una scrittura privata ma l’operazione avvenga ugualmente attraverso modalità tracciate, come ad esmepio un bonifico, può avere valore in sede legale. Tuttavia la causale che implichi il prestito, e non la donazione, deve essere esplicita.
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Il prestito può cadere in prescrizione dopo 10 anni dall’avvenuto trasferimento di denaro. Se non viene richiesto indietro per tempo, rimane poco da fare. Nel caso in cui si siano concordate delle rate, che poi non vengono assolte, i 10 anni iniziano dalla data dell’ultima rata corrisposta.