Ecco quale altro componente è ammesso all’iniziale bonus legato all’acquisto della prima casa ai giovani richiedenti mutui. Cosa sta cambiando
Mentre si avvicina la prima ricorrenza – e si spera l’unica – relativa allo scoppio del conflitto in Ucraina, che ha riportato dopo vari decenni di pace i venti di guerra sul suolo del vecchio continente, oltre una crisi dell’energia senza precedenti, il 2023 è il terreno sul quale si giocano le sorti dei provvedimenti decidi dal governo Meloni con l’annuncio della manovra di bilancio di dicembre.
Una delle attuali spine nel fianco dell’economia italiana, e davvero dolorosa, è rappresentata dall’inflazione, e in particolare dalla sua pericolosa mutazione avvenuta nel giro effettivo di poche settimane. All’inizio dello scorso anno, tale componente economica ha mostrato la sua natura positiva, costituendo l’unità di misura della ripresa seguita allo stop dell’emergenza sanitaria da Covid; con l’apertura delle ostilità, si è anche aperta una galoppante corsa che non tende ad arrestarsi.
La degenerazione inflazionistica non è certo rimasta sui canoni macroeconomici, ma ha fatto presto ad approdare tra le mura domestiche delle famiglie, subendo tutte le difficoltà economiche del caso, in particolare i riflessi del rialzo delle stime del gas sugli importi delle bollette energetiche. Le utenze domestiche chiudono però soltanto un ciclo di aumenti che ha coinvolto innanzitutto i prezzi sui beni di consumo.
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L’altra declinazione della crescita inflazionistica si posiziona direttamente sui desideri e i progetti dei nuclei familiari, specialmente quelli più giovani. Il più emblematico è senza dubbio l’acquisto di una prima casa, e pertanto la collaterale richiesta di un finanziamento presso gli istituti di credito: essa ha prodotto pessimi riscontri anche sui tassi di interesse dei mutui, i quali dopo la stasi della scorsa estate, sono tornati a rincarare con il rialzo delle percentuali deciso dalla Banca Centrale Europea.
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Ma non si è trattato di una crisi sistematica dei mutui. E ciò è dovuto grazie al fatto che molti giovani hanno approfittato del bonus prima casa under 36. La misura è stata portata al rinnovo 2023, mantenendo i precedenti requisiti (compimento di 36 anni di età non precedente all’anno di stipula del rogito; ISEE annuo non oltre i 40mila euro), ma integrandoli con l’estensione delle detrazioni all’aggiunta di immobili di classe A/2; A/3; A/4; A/5; A/6; A/7 e A/11, inclusi magazzini, rimesse e tettoie. Le agevolazioni non si applicano ai preliminari di compravendita.