I lavoratori che sono stati licenziati ingiustamente possono opporsi: ma quando avviene un licenziamento ingiusto?
Perdere il lavoro non è mai piacevole e, mai come oggi, perderlo in questi anni contraddistinti da un difficile periodo socio – economico contrassegnato da un rincaro della materie prime, dall’inflazione e dalla crisi energetica diventa ancora più difficile. A volte, però, il licenziamento è anche per ingiusta causa.
Il licenziamento illegittimo si verifica quando il datore di lavoro decide di “lasciare a casa” un dipendente per un motivo non previsto dal diritto del lavoro. In questo caso la parte lesa è proprio il lavoratore a cui spetta un risarcimento danni e, in alcuni casi, anche il reintegro in azienda.
Licenziamento per ingiusta causa: ecco quando accade
I lavoratori dovrebbero sempre conoscere le norme in modo tale da evitare di intraprendere comportamenti che potrebbero compromettere la loro posizione. Ci sono poi dei casi in cui la decisione da parte del datore di lavoro di licenziare una dipendente è del tutto illegittima. Possiamo dire che in assenza di un vero riassetto organizzativo o di un comportamento grave del lavoratore, le decisioni sono sempre illegittime.
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Un datore di lavoro non può licenziare un dipendente per motivi discriminatori, quindi legati al sesso, alla religione all’etnia; per illeciti disciplinari inesistenti, o non gravi da provocare una sanzione così pesante; per finti riassetti aziendali; per non avere verificato se il soggetto poteva essere trasferito in altri reparti a svolgere mansioni alternative.
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Per poter licenziare un lavoratore il datore di lavoro deve rispettare un preciso iter per comunicare all’interessato la decisione di interrompere il rapporto lavorativo. Se si tratta di una sanzione disciplinare è necessario dare all’interessato la possibilità di difendersi, e giustificare il suo comportamento.
Se quanto comunicato, però, non è legittimo, l’interessato può opporsi: entro 60 giorni deve inviare una comunicazione all’azienda con la quale dichiara la sua volontà di opporsi
entro 180 giorni deve depositare il ricorso in tribunale. Il Jobs Act ha stabilito che, tutti i soggetti assunti a tempo indeterminato dal 7 marzo 2015, con una qualifica non dirigenziale, hanno diritto a un indennizzo e non al reintegro in azienda.